Secondo un’indagine Coldiretti/Ixè sui consumi degli italiani a Pasqua 2015, saranno più di 4 italiani su 10 (circa il 42%) che venerdì Santo proporranno sulle proprie tavole un menu a base di pesce, per rispettare una tradizione culturale e religiosa profondamente radicata nella popolazione. Coldiretti Impresapesca stima per il solo venerdì Santo un consumo complessivo di circa 15 milioni di kg di pesce e una spesa di 140 milioni di euro.
Sempre secondo le stime:
Preferito in questa occasione è soprattutto il pesce azzurro, dalle alici alle sardine fino agli sgombri, venduti a prezzi contenuti secondo i criteri di sobrietà richiesti dalla ricorrenza, senza tuttavia rinunciare al gusto e alla salute per l’elevato contenuto di grassi insaturi e, in particolare, del tipo omega 3.
La legge dell'astinenza dalle carni non proibisce, infatti, di consumare pesce, uova e latticini, ma mette al bando cibi e bevande particolarmente ricercati o costosi.
I menu del venerdì Santo saranno quelli tipici delle tradizioni locali, cucinati secondo ricette semplici nel rispetto della giornata di riflessione: dalla pasta con le sarde in Sicilia, alle tradizionali zuppe di pesce che assumono nomi differenti a seconda delle regioni e che, nel nord Adriatico, si consumano assieme alla polenta, fino a ricette regionali come:
Per effettuare acquisti di qualità al giusto prezzo si consiglia, laddove possibile, di acquistare direttamente dal pescatore o, se da un’attività commerciale, di verificare sul bancone l’etichetta, che per legge deve prevedere, dal mese di dicembre 2014, l’area di pesca (Gsa).
Le provenienze da preferire sono quelle da:
Nelle etichette sarà indicata, inoltre, la tecnica di pesca (rete, nasse, strascico, lampara, ecc.) e, su base volontaria, la provenienza esatta di pesci, molluschi e crostacei.
Al momento dell’acquisto, occorre comunque controllare che:
Se non si è in grado di conoscere bene la specie e la qualità, è preferibile non scegliere pesci già mutilati della testa e delle pinne. Meglio affidarsi a un pescatore o alla pescheria di fiducia.
Secondo elaborazioni su dati Ismea relativi ai primi 11 mesi, il consumo domestico di pesce fresco naturale è aumentato del 2,1% nel 2014, con l’aumento più rilevante per le sardine (+6,4%), mentre la riduzione più marcata è per le vongole con un calo del 6,7%, anche a causa dei vincoli comunitari posti alla pesca.