27 Gennaio 2017

‘Ndrangheta, agroalimentare un business da 16 miliardi

Affonda inesorabile la lunga mano della 'ndrangheta nel settore agroalimentare, un business da 16 miliardi all’anno. Punta dell’iceberg la scoperta dell’infiltrazione nel mercato ortofrutticolo di Milano e la rete di distribuzione di prodotti oleari negli Usa facente capo ad un imprenditore italoamericano organico alla cosca Piromalli.

E’ quanto si afferma nel commentare positivamente il blitz del Ros contro la potente cosca della 'ndrangheta con 33 i provvedimenti di fermo emessi dalla Procura distrettuale antimafia di Reggio Calabria.

La malavita si appropria – sottolinea  Coldiretti - di vasti comparti dell’agroalimentare e dei guadagni che ne derivano, distruggendo la concorrenza e il libero mercato legale, soffocando l’imprenditoria onesta e compromettendo in modo gravissimo la qualità e la sicurezza dei prodotti. “Le infiltrazioni della 'ndrangheta nel comparto, ha dichiarato Maria Letizia Gardoni Presidente dei giovani agricoltori di Coldiretti, mina profondamente l’immagine dei prodotti italiani e il valore del marchio Made in Italy. Un immagine di certo non regalata ma legata a tanti sforzi di agricoltori riconosciuti in termini primati qualitativi e di sicurezza tra i più alti in Europa”.

Gli aspetti patologici dell’indotto agroalimentare, come la lievitazione dei prezzi di frutta e verdura nella filiera che va dal produttore al consumatore, sono – continua la Coldiretti - la conseguenza non solo dell’effetto dei monopoli, ma anche delle distorsioni e speculazioni dovute alle infiltrazioni della malavita nelle attività di intermediazione dai mercati ortofrutticoli ai trasporti.

L'ortofrutta è sottopagata agli agricoltori su valori che non coprono neanche i costi di produzione, ma i prezzi moltiplicano fino al 300% dal campo alla tavola anche per effetto del controllo monopolistico dei mercati operato dalla malavita in certe realtà territoriali. Gli interessi criminali - precisa la Coldiretti - sono rivolti anche alle forme di investimento nelle catene commerciali della grande distribuzione, nella ristorazione e nelle aree agro-turistiche, nella gestione dei circuiti illegali delle importazioni/esportazioni di prodotti agroalimentari sottratti alle indicazioni sull’origine e sulla tracciabilità non curandosi delle gravi conseguenze per la catena agroalimentare, per l’ambiente e la salute. Proprio per alzare il livello di attenzione verso le “agromafie”, Coldiretti ha costituito l’Osservatorio sulla criminalità in agricoltura, presieduto dal presidente Roberto Moncalvo e con il Dott. Giancarlo Caselli alla guida del comitato scientifico, che presenta annualmente con l’Eurispes il Rapporto Agromafie.