27 Maggio 2019

Maltempo, sale il conto dei danni

Il maltempo con temporali e grandine si è abbattuto a macchia di leopardo nelle campagne dove sale il conto dei danni alle coltivazioni in una primavera segnata da precipitazioni eccezionali nel mese di maggio particolarmente delicato per l’agricoltura con le semine, le verdure e gli ortaggi in campo, le piante che iniziano a fare i primi frutti e l’arrivo del primo fieno, chiamato appunto maggengo, necessario per l’alimentazione degli animali.

Duramente colpita dall’ultima perturbazione la Lombardia dove intere coltivazioni di melone all’aperto sono state travolte da un mare di acqua ma danni da pioggia mista a grandine si contano anche per l’erba medica mentre per il pomodoro il maltempo ha impedito le operazioni nei campi e manca il 30% delle piantine e quelle già piantate soffocano per la troppa acqua accumulata nei terreni.

L’anomalia climatica si fa sentire però lungo tutta la Penisola dove si è verificata una vera strage per verdure, cereali e frutta con danni a vigneti, agrumeti, oliveti, fragole, albicocche, ciliegie, pesche e cocomeri. A causa di una primavera maledetta si rischia di perdere un frutto su quattro nelle campagne italiane anche se bisognerà però attendere ancora qualche settimana per verificare come reagiranno le piante e quantificare l’esatta entità del danno. Lo stato di sofferenza della è reso evidente dalle api con la produzione di miele che quest’anno fino ad ora è praticamente azzerata per il maltempo che ha compromesso molte fioriture e le api che non hanno la possibilità di raccogliere il nettare. Il poco miele che sono riuscite a produrre se lo mangiano per sopravvivere.

Le intense precipitazioni hanno fatto innalzare il livello di fiumi e gonfiato i grandi laghi verso valori massimi come quello di Como che ha raggiunto un grado di riempimento al 63%, il Maggiore salito al 96% e fino al Garda addirittura al 98% secondo l'ultimo monitoraggio della Coldiretti. L’ondata di maltempo fuori stagione è l’evidente conseguenza dei cambiamenti climatici in Italia dove l’eccezionalità degli eventi atmosferici è ormai la norma, tanto da aver condizionato nell’ultimo decennio la redditività del settore agricolo, con le perdite di raccolti dovute a calamità naturali che hanno assunto un carattere ricorrente. Il risultato è una perdita da 14 miliardi di euro in un decennio per l'agricoltura italiana, tra danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne e perdite della produzione agricola nazionale.