31 Luglio 2019

Maltempo, agricoltura in ginocchio con milioni di danni

Ammontano a milioni di euro i danni provocati all’agricoltura dall’ultima violenta ondata di maltempo con una tempesta di grandine che ha letteralmente devastato centinaia e centinaia di ettari nella provincia di Arezzo dove si registrano le perdite maggiori. È quanto emerge dal monitoraggio della Coldiretti sugli effetti della perturbazione che ha colpito a macchia di leopardo lungo tutta la Penisola.

Serre distrutte dalla trombe d’aria, frutta, verdura e cereali flagellati dalla grandine, fieno andato a fuoco per i fulmini sono solo alcuni degli effetti delle tempeste di grandine, pioggia e vento che hanno investito il Centro Nord provocando milioni di euro di danni all’agricoltura.

“La situazione è drammatica per tutta la parte aretina e dell’area della Valdichiana dove i danni nelle aziende colpite sono stati totali rispetto sia alla produzione di frutta che di ortaggi, ma sono stati rasi al suolo anche tabacco, girasole e mais e il maltempo ha colpito altresì infrastrutture, come serre causando disagi anche alle strutture agrituristiche”.

La grandine è l’evento atmosferico più temuto dagli agricoltori in questa stagione perché i chicchi si abbattono su verdure, frutta e cereali prossimi alla raccolta provocando danni irreparabili alle coltivazioni mandando in fumo un intero anno di lavoro. Dall’inizio dell’estate 2019 si contano sul territorio nazionale in media cinque grandinate al giorno, più del doppio rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (+113%), con effetti sul turismo e danni alle coltivazioni agricole colpite, sulla base delle elaborazioni Coldiretti sulla banca dati sugli eventi estremi ESWD.

Si sta verificando una tendenza alla tropicalizzazione che si evidenzia con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, grandine di maggiore dimensione, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo che compromettono le coltivazioni nei campi con danni per oltre 14 miliardi di euro in un decennio, tra perdite della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne.

Un'anomalia evidente nel corso del 2019 che è stato segnato da primi mesi dell’anno particolarmente siccitosi ai quali ha fatto seguito un maggio freddo e bagnato, un mese di giugno al secondo posto tra i più caldi e un mese di luglio segnato da tempeste nella prima metà alle quali sono seguiti giorni di gran caldo e ora il ritorno del maltempo nel finale.