15 Ottobre 2014

Maltempo, 30mila prosciutti sott’acqua: è calamità

Trentamila prosciutti sott’acqua nella zona di Corniglio a Parma sono l’emblema di uno stato di calamità nelle campagne dove si contano campi allagati, coltivazioni distrutte, stalle e stabilimenti agroindustriali inagibili, serre divelte, aziende agricole isolate.
Sono questi i disastri provocati dall’ondata di maltempo che dopo essersi accanita sulla Liguria, sul basso Piemonte, sull’Oltrepò pavese e sul Mantovano ha sfogato la sua forza sull’Emilia-Romagna, sul Veneto e sul Friuli e minaccia ora di scendere la Penisola.

E’ quanto emerge da un primo bilancio della Coldiretti che sta monitorando sul territorio gli effetti dell’ondata di maltempo per verificare se esistono le condizioni per lo stato di calamità di fronte a danni per decine di milioni di euro.  In Emilia-Romagna si contano stalle e aziende allagate con la raccolta del mais bloccata e le semine autunnali a rischio se non torna presto il bel tempo. Particolarmente colpita la provincia di Parma nelle zone dell’alta Val Parma dove, a Corniglio è finito sott’acqua un prosciuttificio con trentamila prosciutti e, a Calestano, si registrano problemi di allagamenti per stalle e capannoni; in Val Taro, le zone con maggiori frane sono Bedonia e Compiano. Nella bassa, in particolare nella zona di Colorno sono state allagate diverse stalle. In Veneto colpite in particolare il Padovano la zona di Este con alberi divelti e strade interrotte anche a Battaglia Terme e a Maserà lungo la statale.

Numerose le serre atterrate: degli ortaggi di stagione, in particolare insalate fresche che erano pronte per essere raccolte e vendute, resta ben poco. Ad essere colpite anche alcune aziende agricole già vittime della disastrosa alluvione del 2010, degli allagamenti della scorsa primavera e di molte altre calamità fra Montagnana, Saletto, Carceri, Vighizzolo, Sant’Elena Monselice e Santa Margherita d’Adige dove sono state scoperchiate serre su una superficie di ben 8.000 metri quadrati.  Da quantificare sono i danni alle strutture aziendali e alle colture a pieno campo, come i radicchi, in particolare nella zona di Maserà e Due Carrare. In Liguria gli effetti delle bombe d’acqua si sentono sull’economia agricola della Riviera con il dimezzamento della produzione di pregiato olio d’oliva extravergine, mentre in Piemonte, nell’Alessandrino, i viticoltori di Gavi lamentano pesanti perdite di uva da vino destinata alla Docg. In Lombardia la situazione è pesante nel Mantovano soprattutto a causa della tromba d’aria che ha scoperchiato capannoni e fienili nella zona di Ostiglia, ma anche nell’Oltrepò pavese dove si fanno i conti con la bomba d’acqua che ha colpito soprattutto le zone di alta collina tra Varzi e Cecima con grandine e vento forte abbattendo numerosi frutteti delle varietà più tardive di mele e pere pronte per essere colte. Un bilancio gravissimo, che in molte aziende agricole ha provocato la perdita dei risultati di un intero anno di lavoro, mentre in alcuni casi l’effetto dei danni si protrarrà per anni.

Da segnalare le  molte iniziative di solidarietà nelle campagne dove si contano frane e strade interrotte che rendono difficile la viabilità e richiedono quindi l’intervento dei trattori.