6 Febbraio 2015

Latte: stranieri 3 litri su 4. Moncalvo: etichette più chiare

3 cartoni di latte a lunga conservazione su 4 venduti in Italia sono stranieri, mentre la metà delle mozzarelle sono fatte con latte, o addirittura cagliate, provenienti dall'estero, ma nessuno lo sa perché non è obbligatorio riportarlo in etichetta. È quanto emerge dal dossier L’attacco alle stalle italiane, presentato dalla Coldiretti in occasione della più grande operazione di mungitura pubblica mai realizzata in Italia e nel mondo. Hanno risposto all’appello Ministri del Governo, Governatori delle Regioni, Sindaci, politici, esponenti della cultura, dello spettacolo, del mondo economico e sociale con la loro presenza nelle stalle allestite nelle principali città italiane per mungere, dare da mangiare e custodire gli animali.

Complessivamente in Italia sono arrivati 8,6 miliardi di kg in equivalente latte (fra latte liquido, panna, cagliate, polveri, formaggi, yogurt e altro), per circa 24 milioni di litri che passano le frontiere italiane ogni giorno e che vengono utilizzati in latticini e formaggi all’insaputa dei consumatori e a danno degli allevatori. Dato che non è obbligatorio indicare la provenienza in etichetta, ad essere spacciato come italiano è il latte proveniente in cisterne soprattutto da Germania, Francia, Austria, Slovenia, Ungheria, Slovacchia, Repubblica Ceca, Polonia e Olanda. Secondo un’elaborazione su dati Istat relativi ai primi 10 mesi del 2014, si è verificato un sostanziale aumento dell’import dei Paesi dell’Est (+18% Ungheria, +14% Slovacchia, +60% Polonia) e una diminuzione di quello importato dai Paesi dell’Ovest (-7% dalla Germania e -13% dalla Francia).

Un fenomeno allarmante è quello delle cagliate da impiegare nella produzione di mozzarelle contraffatte, che arrivano principalmente dai Paesi dell’Est, per un quantitativo che ha raggiunto il milione di quintale all’anno ed è diretto per 1/3 in Campania. Tra i Paesi esportatori, la Lituania ha triplicato le spedizioni in Italia negli ultimi 3 anni. 1 kg di cagliata usata per fare formaggio sostituisce circa 10kg di latte, senza alcuna indicazione in etichetta circa la provenienza, perché l'indicazione di origine non è ancora obbligatoria. Oltre ad ingannare i consumatori, ciò fa concorrenza sleale ai produttori che utilizzano esclusivamente latte fresco. Ma sul mercato europeo, così pure in Italia, sono arrivati anche i similgrana di bassa qualità, spesso venduti con nomi di fantasia che ingannano i consumatori sulla reale origine, che è prevalentemente Repubblica Ceca, Ungheria, Polonia, Estonia e Lettonia. Il giro d’affari delle agromafie cresce, a scapito degli autentici Parmigiano Reggiano e Grana Padano, che devono essere prodotti nel rispetto di rigidi disciplinari di produzione. Il mercato dei similgrana dell’Unione Europea, da calcoli prudenziali, vale sulla distribuzione 2 miliardi di euro, che equivale all’importo dell’export totale di Parmigiano Reggiano e Grana Padano.

“In un momento difficile per l’economia, dobbiamo portare sul mercato il valore aggiunto della trasparenza e lo stop al segreto sui flussi commerciali, con l’indicazione delle aziende che importano materie prime dall’estero” ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo “è un primo passo che va completato con l’obbligo di indicare in etichetta l’origine degli alimenti”.