7 Marzo 2016

Festa della donna: clima anomalo taglia il 30% delle mimose

La Festa della donna risente dell’inverno pazzo che taglia del 30% il raccolto di mimose, che da 70 anni esatti sono state scelte come simbolo della festa delle donne, a partire dall'8 marzo 1946, due giorni prima della prima partecipazione femminile al voto, dopo la pausa imposta dal fascismo. E’ quanto si afferma nel sottolineare che la scelta di regalare un fiore, era stata fatta in sintonia con quanto avveniva in Francia con le violette. La mimosa sboccia in questo periodo ed assume il significato di autonomia e libertà, ma è anche un fiore che dietro una fragilità apparente mostra una grande forza, con la capacità di crescere anche in terreni difficili.
L’omaggio della mimosa, ha quindi anche un importante valore ambientale perché è realizzata in Italia con tecniche eco-compatibili soprattutto nei tipici terrazzamenti che si affacciano sul mare, altrimenti destinati al degrado e all'abbandono.
Quest’anno un inverno particolarmente mite ha fatto fiorire le piante già a partire dal Natale e la produzione disponibile è stata decurtata di 1/3 a causa dell’anticipo di maturazione. Anche le piante coltivate in terreni altimetricamente più elevati hanno completato la fioritura prima del previsto e il prodotto disponibile è stato salvato con la frigo conservazione. Si stima comunque che saranno almeno 10 milioni i ramoscelli di mimosa regalati in occasione della Festa della donna secondo una tradizione che si conserva nel tempo. Al consumo i ramoscelli hanno prezzi che variano dai 2 ai 15 euro a seconda della qualità, delle dimensione del mazzo e della confezione. I ramoscelli offerti sono praticamente tutti di produzione nazionale e soprattutto della provincia di Imperia in Liguria, dove operano circa 1500 produttori e si realizza oltre il 90% della produzione nazionale che per ben il 40% viene destinata all’esportazione sul mercato olandese, ma anche in quello svizzero, francese e del nord Europa. Per conservare l'omaggio è bene tagliare quanto prima gli steli che devono rimanere per due ore in acqua pulita e inacidita con 2 gocce di limone. Vanno quindi collocati in penombra e mantenuti in ambiente fresco e umido perché la mimosa rilascia molta acqua attraverso la traspirazione e bisogna evitare che la grande perdita di liquidi faccia seccare rapidamente il fiore. Dal punto di vista botanico, si tratta in realtà un'acacia dealbata, arbusto sempreverde originario delle zone tropicali, che insieme al genere della mimosa appartiene all'unica famiglia delle Leguminose.
Le varietà più diffuse sono la Floribunda e la Gaulois che è più rigogliosa. Le foglie di mimosa, composte da tante foglioline verde chiaro, in caso di pericolo (per esempio se vengono sfiorate o la temperatura supera i 20 gradi) si ritraggono, ed è per questo particolare atteggiamento che ha preso il nome scientifico mimus, dal latino attore mimico. La mimosa venne introdotta in Europa intorno al 1820 e, con il passar del tempo, riuscì ad adattarsi molto bene al clima Italiano, soprattutto nelle zone temperate come la Liguria. Nei paesi d'origine come Sud America e Australia dove è considerata fiore nazionale, la mimosa raggiunge i 30 metri di altezza, in Europa, invece, al massimo 10 metri.

Non è solo Festa della donna, per ricorrenza, ma possiamo dire che, da qualche tempo, è Festa della donna anche in agricoltura: secondo l'analisi Più lavoro in agricoltura dall'innovazione - Missione cambiamento: le risposte dei giovani agricoltori, nel 2015 sono aumentate del 76% le ragazze, giovanissime, che hanno deciso di diventare imprenditrici agricole. Si tratta di donne che hanno scommesso sull'agricoltura con estro, passione, innovazione e professionalità, diventando protagonisti di una realtà che ha molto da offrire a livello di opportunità.