22 Aprile 2015

Earth Day 2015: meno 28% terreni fertili ultimi 25 anni in Italia

In occasione dell’ Earth Day 2015, Coldiretti lancia l’allarme per la superficie agricola utilizzabile, che nel Bel Paese si è ridotta ad appena 12,8 milioni di ettari. L’Italia ha perso il 28% delle campagne negli ultimi 25 anni per colpa della cementificazione e dell’abbandono, provocati da un modello di sviluppo sbagliato. Il risultato è che più di 8 comuni italiani su 10 (82%) hanno parte del territorio a rischio frane e alluvioni a causa del consumo di suolo agricolo che, con la cementificazione, ha ridotto la capacità di ritenzione idrica dei terreni.

Earth Day 2015 è l'occasione per riflettere su come oggi in Italia 5 milioni di cittadini vivono o lavorano in aree considerate ad alto rischio idrogeologico, mentre 6.633 comuni hanno parte del territorio ad elevato rischio di frana o alluvione, anche per la mancanza di una adeguata pianificazione territoriale. Su un territorio reso più fragile dal consumo di suolo, si abbattono i cambiamenti climatici con precipitazioni sempre più intense e frequenti e bombe d’acqua che il terreno non riesce ad assorbire. Per proteggere il territorio e i cittadini che vi vivono, l’Italia deve difendere il proprio patrimonio agricolo e la propria disponibilità di terra fertile con un adeguato riconoscimento dell’attività agricola, che ha visto la chiusura in media di 60 aziende al giorno dall’inizio della crisi nel 2007.

La chiusura di un’azienda agricola significa maggiori rischi sulla qualità degli alimenti che si portano a tavola e minor presidio del territorio, lasciato all’incuria e alla cementificazione” ha affermato il Presidente della Coldiretti, Roberto Moncalvo, nel sottolineare che “l’appuntamento dell’Expo è un’occasione per combattere concretamente i due furti ai quali è sottoposta giornalmente l’agricoltura: da una parte il furto di identità e di immagine, che vede sfacciatamente immesso in commercio cibo proveniente da chissà quale parte del mondo come italiano; dall'altra il furto di valore aggiunto, che vede sottopagati i prodotti agricoli, senza alcun beneficio per i consumatori, per colpa di una filiera inefficiente”.