23 Agosto 2017

Consumi alimentari: scatta il fermo pesca, stop al pesce fresco a tavola

Consumi alimentari, arriva lo stop al pesce fresco a tavola per l’avvio del fermo pesca che porta al blocco delle attività della flotta da pesca italiana lungo l’Adriatico. A darne notizia è Coldiretti Impresapesca in occasione dell’avvio del provvedimento che bloccherà le attività di pesca fino al 10 settembre. Rispetto agli anni scorsi il blocco varrà da Trieste ad Ancona e da Manfredonia a Bari, mentre nel tratto da San Benedetto e Termoli si potrà continuare a pescare, fino al 28 agosto, quando scatterà il periodo di riposto per questa zona, che durerà fino all’8 ottobre.
In un Paese come l’Italia che importa più di 2 pesci su 3 nei territori interessati con il fermo biologico aumenta peraltro anche il rischio di ritrovarsi nel piatto per grigliate e fritture, soprattutto al ristorante, prodotto straniero o congelato se non si tratta di quello fresco Made in Italy proveniente dalle altre zone dove non è in atto il fermo pesca, dagli allevamenti nazionali o dalla seppur limitata produzione locale dovuta alle barche delle piccola pesca che possono ugualmente operare.

Per effettuare acquisti di qualità al giusto prezzo il consiglio di Coldiretti Impresapesca è dunque di verificare sul bancone l’etichetta, che per legge deve prevedere l’area di pesca (Gsa). Le provenienze sono quelle dalle Gsa 9 (Mar Ligure e Tirreno), 10 (Tirreno centro meridionale), 11 (mari di Sardegna), 16 (coste meridionali della Sicilia), 17 (Adriatico settentrionale), 18 (Adriatico meridionale), 19 (Jonio occidentale), oltre che dalle attigue 7 (Golfo del Leon), 8 (Corsica) e 15 (Malta). Si può anche rivolgersi alle esperienze di filiera corta per la vendita diretta del pescato che Coldiretti Impresapesca ha avviato presso la rete di Campagna Amica.

Per Ionio e Tirreno il blocco delle attività prevede un calendario che andrà dall’11 settembre al 10 ottobre per il tratto da Brindisi a Civitavecchia. Le marineria da Livorno a Imperia si fermeranno dal 2 ottobre al 31 ottobre. Per Sardegna e Sicilia il fermo sarà disposto con provvedimenti regionali e sarà di almeno 30 giorni, nel rispetto dei periodi di cui ai piani di gestione.
Secondo quanto assicurato a livello istituzionale si tratterà dell’ultimo anno di applicazione dell’attuale formula del fermo biologico che, come abbiamo più volte denunciato, si è manifestata fallimentare. L’auspicio è che dal 2018 si possa mettere in campo un nuovo sistema, che tenga realmente conto delle esigenze di riproduzione delle specie e delle esigenze economiche delle marinerie.