1 Settembre 2017

Clima anomalo: in agricoltura si registra un calo del valore aggiunto

Clima anomalo che compromette l’agricoltura, l’unico settore a fare registrare un calo del valore aggiunto (-2,4%) rispetto allo scorso anno, proprio a causa dei cambiamenti climatici che, come è noto, hanno avuto effetti devastanti nelle campagne. Senza contare il susseguirsi di violenti nubifragi che - a macchia di leopardo - hanno colpito un territorio devastato dal caldo e dalla siccità con danni stimati superiori ai 2 miliardi di euro nel 2017. E’ quanto emerge da un'analisi divulgata in occasione della diffusione dei dati Istat sul Pil relativi al secondo trimestre.

La mancanza di acqua dovuta dal clima anomalo, ha colpito tutte le produzioni, dagli ortaggi alla frutta fino ai cereali, ma anche i vigneti e gli uliveti ed il fieno per l’alimentazione degli animali per la produzione di latte. In questa situazione nelle campagne è crisi per la frutta estiva con le quotazioni che non coprono i costi di produzione e fanno chiudere le aziende. I prezzi rispetto allo scorso anno sono in calo fino al 45%, dalle pesche ai cocomeri, dai meloni ai cavolfiori secondo elaborazioni Coldiretti sugli ultimi dati Ismea.

La situazione è drammatica con la forbice dei prezzi tra produzione e consumo che si è allargata per pratiche commerciali sleali lungo la filiera. Occorre estendere al più presto l’obbligo di indicare in etichetta la provenienza della frutta trasformata in conserve e succhi per evitare che venga spacciata come Made in Italy quella importata dall’estero, ed aumentare i controlli sull’ortofrutta fresca di importazione, spesso etichettata e venduta per nazionale. Serve un impegno di filiera per salvare il frutteto italiano che si è ridotto di un terzo (-33%) negli ultimi quindici anni con la scomparsa di oltre 140mila ettari di piante con il rischio rischiano di far perdere all’Italia il primato europeo nella produzione di una delle componenti base della dieta mediterranea.