23 Marzo 2019

Cina: via libera a pere e mele made in Italy

Gli accordi confermano la necessità di un riequilibrio dei rapporti commerciali con le importazioni agroalimentari dalla Cina che sono state pari a 594 milioni e hanno superato del 35% il valore delle esportazioni Made in Italy del settore ferme a 439 milioni nel 2018. È quanto afferma la Coldiretti in riferimento agli accordi con la Cina per l’esportazione nell’agroalimentare, dalle arance alla carne suina congelata. A frenare le spedizioni agroalimentari Made in Italy sono infatti le barriere tecniche ancora presenti per le produzioni nazionali che bloccano ad esempio le spedizioni di mele, pere e uva da tavola italiane nel Paese asiatico.

La Cina frappone ostacoli per motivi fitosanitari è chiede assicurazioni sulla assenza di patogeni frutticoli (insetti o malattie) non presenti sul proprio territorio con estenuanti negoziati e dossier che durano anni e che affrontano un prodotto alla volta. L’aspetto paradossale di questa vicenda è che mentre i prodotti italiani sono bloccati, la Cina può esportare nella Penisola pere e mele ma in Italia si è anche verificata una vera invasione di pericolosi insetti alieni dannosi alle coltivazioni arrivati, più o meno direttamente, dalla Cina.

Dal moscerino dagli occhi rossi (Drosophila suzukii) al cinipide del castagno (Dryocosmus kuriphilus) fino alla cimice asiatica (Halyomorpha halys) stanno mettendo in ginocchio i produttori italiani, per la mancanza di nemici naturali. Il prodotto italiano più richiesto in Cina è il vino mentre dal gigante asiatico arrivano in Italia tra l'altro conserve di pomodoro e prodotti biologici.  La Cina è peraltro al secondo posto a livello mondiale tra i Paesi che hanno fatto scattare maggiori allarmi alimentari nell’Unione Europea nel corso del 2018 ed è per questo importante garantire la sicurezza e il rispetto dei diritti dei lavoratori dei prodotti che varcano la frontiera.