20 Agosto 2019

Caldo, incendi e maltempo. Tagli alla produzione e danni all’agricoltura

Almeno 150 pecore sono morte travolte dalle fiamme in Sardegna ma anche maiali e cavalli mentre molti animali sono rimasti ustionati nonostante i tentativi degli allevatori di salvarli mettendo a rischio la propria vita. È questo il bilancio provvisorio in Sardegna del caldo anomalo che ha interessato la Penisola alimentando gli incendi, in occasione della quinta ondata di calore che attraverso l’Italia.

Una situazione drammatica per gli allevatori che provano a lenire le ferite degli animali sofferenti per evitare gli abbattimenti. Una dramma che però ha fatto scattare la solidarietà dei cittadini sardi anche in rete per recuperare Aloe vera che secondo le antiche tradizioni aiuta a lenire le scottature che hanno segnato i greggi. E aiuti sono arrivati anche per il foraggio andato a fuoco e necessario per alimentare gli animali sopravvissuti.  Quest'anno in Sardegna sono bruciati 3712,85 ettari bruciati a causa dei 1.732 incendi, un numero praticamente il doppio rispetto allo stesso periodo dello scorso anno in cui si erano verificati 943 incendi e 1815,46 ettari bruciati, ma che e stato pero segnato dalla pioggia.

L’anomalia climatica ha interessato in realtà l’intera penisola con pesanti effetti nelle campagne e nelle stalle in una estate che si classifica al terzo posto fino ad ora tra le più calde del 1800 per effetto di un mese di luglio con 2 gradi in più rispetto alla media storica mentre giugno aveva fatto registrare una temperatura superiore di 3,3 gradi rispetto alla media, secondo stime della Coldiretti sulla base delle elaborazioni su dati Isac Cnr.

Soffrono anche gli animali non interessati dagli incendi. Per le mucche il clima ideale è fra i 22 e i 24 gradi, oltre questo limite mangiano poco, bevono molto e producono meno latte. Per questo sono già scattate le contromisure anti afa nelle stalle dove sono in funzione anche ventilatori e doccette refrigeranti per aiutare le mucche a sopportare meglio la calura mentre gli abbeveratoi lavorano a pieno ritmo perché con le alte temperature ogni animale arriva a bere i fino a 140 litri di acqua al giorno contro i 70 dei periodi più freschi. Se nei pollai si registra un netto calo della produzione di uova, le api stremate dal caldo hanno smesso di volare e non svolgono più il prezioso lavoro di trasporto di nettare e polline con la produzione nazionale di miele prevista in calo.

Si è trattato in realtà di una estate a due facce segnata temperature eccezionali ma anche da eventi estremi lungo la Penisola secondo le elaborazioni Coldiretti sui dati della banca dati ESWD con fino ad ora ben 540 tempeste, nubifragi, trombe d’aria e grandinate che hanno provocato gravi danni nelle campagne e al turismo dove si lamenta un calo delle presenze in spiaggia. Piante sradicate, serre divelte, vigneti abbattuti, mele, pesche e altra frutta flagellata come pure meloni e pomodori ma anche campi allagati, soia e mais stesi a terra dalle forti tempeste di vento, trombe d’aria e temporali intensi accompagnati da grandinate killer con frane, strade di campagna impraticabili e pascoli isolati che hanno portato a chiedere nelle zone colpite lo stato di calamità.

Si sta verificando una tendenza alla tropicalizzazione che si evidenzia con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, grandine di maggiore dimensione, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal caldo al maltempo che compromettono le coltivazioni nei campi con danni per oltre 14 miliardi di euro in un decennio, tra perdite della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne.

In un momento di difficoltà acquistare frutta e verdura italiana è dunque un atto di solidarietà a favore degli agricoltori, ma anche di un aiuto al proprio benessere per combattere il grande caldo con il consumo di alimenti, come le albicocche, le pesche, le susine, i cocomeri e i meloni e in generale prodotti di stagione indispensabili per la salute e per mettersi in forma. Per ottimizzare la spesa, ottenere il miglior rapporto prezzi-qualità e aiutare il proprio territorio e l’occupazione, il consiglio della Coldiretti è quello di verificare l’origine nazionale, acquistare prodotti locali che non devono subire grandi spostamenti, comprare direttamente dagli agricoltori nei mercati o in fattoria.