18 Ottobre 2016

Brexit, crollano le esportazioni italiane in Gran Bretagna

La Brexit fa crollare le esportazioni italiane in Gran Bretagna, con un calo complessivo del 12% che colpisce un po’ tutti i settori, dall’agroalimentare alla moda, fino alle auto e al mobile, per una perdita totale di 2,7 miliardi in un anno, se il trend sarà mantenuto. E’ quanto emerge da un'analisi di Coldiretti sugli effetti della Brexit sul commercio estero, secondo la quale la svalutazione della sterlina, ai minimi da anni sull’euro, seguita alla rinuncia inglese a fare parte dell’Ue hanno avuto l’effetto di bloccare bruscamente la crescita del Made in Italy nel paese britannico, che nel 2015 aveva visto un incremento totale del 7%, con il segno positivo proseguito anche nel primo semestre del 2016, mentre registra un crollo a luglio, il primo mese dopo la decisione di uscire dall’Unione Europea. Tra i settori più importanti colpiti dall’effetto Brexit crollano i mezzi di trasporto, prima voce dell’export tricolore in Gran Bretagna, con un –22% che, nel caso delle auto, sale addirittura al -31%. Macchinari ed apparecchi vedono un calo del 13%, mentre i prodotti agroalimentari scendono del 9% e quelli della moda e del tessile del 6%. Bilancio in perdita anche per articoli in gomma e materie plastiche (-17%), mobili (-17%) e apparecchi elettrici (-6%).

Il termini assoluti, le esportazioni italiane in Gran Bretagna sono state pari a 22,4 miliardi nel 2015 con la principale voce rappresentata dai mezzi di trasporto con 3,3 miliardi nel 2015, seguita da macchinari ed apparecchi per un totale di 3,1 miliardi di euro nel 2015 e dai prodotti alimentari e bevande con 2,9 miliardi. In particolare la Gran Bretagna è il quarto sbocco estero dei prodotti agroalimentari Made in Italy, con una tendenza progressiva all’aumento che si è interrotta bruscamente e rischia di costare caro al settore. La voce più importante è rappresentata dal vino, con un valore di 746 milioni di euro di esportazioni nel 2015 e un trend in ulteriore aumento del 4% su base annuale fino al primo semestre del 2016. A trainare il comparto è soprattutto lo spumante e in particolare il Prosecco, con una quota 275 milioni di euro di export frutto di un vero boom. (+50% nel 2016). Al secondo posto tra i prodotti agroalimentari italiani più venduti c’è la pasta, per un importo complessivo di vendite nel 2015 di 332 milioni di euro. Rilevante anche il ruolo dell’ortofrutta con un valore delle esportazioni di 281 milioni di euro nel 2015, in aumento del 7% nel primo semestre del 2016. Ma anche i formaggi Made in Italy vanno forte in Uk con un valore delle vendite nel 2015 che ha visto superare quota 200 milioni di euro con un aumento del 12% fino al primo semestre del 2016. Oltre un terzo delle vendite di formaggi è rappresentato da Parmigiano Reggiano e Grana Padano, che all’inizio di quest’anno, hanno fatto segnare un incremento dell’8%, ma va forte anche la mozzarella di bufala campana. L’export di olio d’oliva è stato nel 2015 di 57 milioni di euro con un aumento del 6% nel primo semestre del 2016.

Accanto al calo delle esportazioni, a preoccupare è anche il rischio che con l’uscita dall’Unione Europea si affermi in Gran Bretagna una legislazione sfavorevole all’esportazioni agroalimentari italiane. “Ad esempio si dovrà verificare il destino a livello comunitario della procedura in corso per fermare le etichette a semaforo che la Gran Bretagna ha deciso di far adottare al 98% dei supermercati inglesi, nonostante si tratti di un ostacolo alla libera circolazione delle merci” ricorda il presidente di Coldiretti, Roberto Moncalvo nel sottolineare che “Il sistema esclude paradossalmente dalla dieta alimenti sani, dal Parmigiano Reggiano al Prosciutto di Parma, per promuovere, al contrario, le bevande gassate senza zucchero, fuorviando i consumatori rispetto al reale valore nutrizionale e colpendo il 60% delle produzioni italiane”.

GLI EFFETTI DELLA BREXIT SULL’EXPORT MADE IN ITALY IN UK

Mezzi di trasporto                                                   –22%

Mobili                                                                         -17%

Articoli in gomma e materie plastiche                 -17%

Macchinari ed apparecchi                                       - 13%

Prodotti agroalimentari                                           - 9%

Moda e tessile                                                            - 6%

Apparecchi elettrici                                                  - 6%

Fonte. Elaborazioni Coldiretti su dati Istat relativi a luglio