17 Agosto 2017

Agricoltura italiana: negli ultimi 15 anni, scomparse diverse piante da frutto

Agricoltura italiana in sofferenza a causa del clima anomalo degli ultimi tempi. Il frutteto italiano si è ridotto di un terzo (-33%) negli ultimi quindici anni con la scomparsa di oltre 140.000 ettari di piante di mele, pere, pesche, arance, albicocche e altri frutti. A determinare la scomparsa delle piante da frutto è stato il crollo dei prezzi pagati agli agricoltori che non riescono più a coprire neanche i costi di produzione per effetto di una vera invasione di frutta straniera che viene spesso spacciata per italiana. Pesche e angurie greche, pomodorini dalle coste africane e nettarine spagnole vengono vendute come nazionali, come dimostra nei giorni scorsi nel porto di Brindisi il sequestro di oltre 19.000 chilogrammi di pesche provenienti dalla Grecia già etichettate come se fossero di origine italiana.

Si chiede, quindi, che sia alzato il livello di attenzione e dei controlli e ringrazia le forze dell’ordine. Si ricorda, inoltre ai consumatori che l’ortofrutta fresca deve essere obbligatoriamente etichettata con l’origine, se confezionata, se sfusa questa informazione deve essere riportata su un cartello nel punto vendita. In questa estate siccitosa l’ortofrutta italiana, pur nelle difficoltà determinate dalla carenza di acqua, si mostra nella sua forma migliore, prodotti sani e con elevato grado zuccherino, grazie al caldo e all’assenza di precipitazioni, ma purtroppo nelle campagne si soffre per i prezzi che non coprono i costi di produzione per prodotti come albicocche, pesche e nettarine, meloni e angurie, ma anche pomodorini, con prezzi alla produzione calati dal 10 al 40% rispetto allo scorso anno.

Un'evidente anomalia frutto delle distorsioni di mercato in un anno come il 2017 che fa segnare in Italia il record dei consumi di ortofrutta degli ultimi 17 anni con un aumento stimato  del 10 % rispetto allo scorso anno spinto secondo la Coldiretti da stili di vita più salutistici e dal clima particolarmente caldo. Con le importazioni che hanno raggiunto i 3,9 miliardi di chili all’anno per difendersi dagli inganni si consiglia di verificare sempre l’etichetta e quando possibile di acquistare direttamente dal produttore o nei mercati degli agricoltori di Campagna Amica.