15 Dicembre 2015

Agricoltura italiana il reddito reale per lavoratore aumenta dell’8,7%

Successo per la nostra agricoltura che, nell’anno di Expo fa registrare - in netta controtendenza con il reddito reale per lavoratore degli agricoltori europei, diminuito del 4,3% - un aumento medio dell’8,7%, anche se permangono aree di grave crisi, dal latte alla carne fino ai cereali, dove i ricavi non coprono neanche i costi di produzione. E’ quanto emerge da una analisi Coldiretti che domani sarà riunita in Assemblea Nazionale a Roma, su dati Eurostat relativi al 2015, dai quali si evidenzia che l’Italia batte nettamente la Germania, che si trova al fondo della classifica europea con una riduzione record del 37,6% nei redditi agricoli.

Con un aumento record del 26,1% del reddito reale di chi lavora in agricoltura negli ultimi 5 anni, l’Italia si classifica al primo posto a livello europeo, mentre in fondo si posizionano la Germania (-35,3%) e la Finlandia (-53,7%) nel periodo 2010-2015. A condizionare i bilanci delle aziende agricole è anche il modello di sviluppo con risultati più positivi per chi ha scelto di puntare sulla distintività e sulla multifunzionalità dell’agricoltura come l’Italia che è il paese leader in Europa per prodotti a denominazioni riconosciuti, imprese orientate al biologico, ma è anche al vertice della sicurezza alimentare mondiale, con il minor numero di prodotti agroalimentari con residui chimici irregolari (0,4%), quota inferiore di quasi 4 volte rispetto alla media europea (1,4%).   Il modello produttivo della nostra agricoltura è campione anche nella produzione di valore aggiunto per ettaro che è più del doppio della media UE-27, il triplo del Regno Unito, il doppio di Spagna e Germania, e il 70% in più dei cugini francesi. Senza dimenticare il grande sforzo di rinnovamento dell’agricoltura italiana, dove 1 impresa su 3 è nata negli ultimi dieci anni con una decisa tendenza alla multifunzionalità, dalla trasformazione aziendale dei prodotti alla vendita diretta, dalle fattorie didattiche agli agriasilo, ma anche le attività ricreative come la cura dell’orto e i corsi di cucina in campagna, l’agricoltura sociale per l’inserimento di disabili, detenuti e tossicodipendenti, la sistemazione di parchi, giardini, strade e la cura del paesaggio o la produzione di energie rinnovabili.

“Dall’analisi esce confermata la strategicità del settore agricolo a sostegno della ripresa del Paese, ma anche la permanenza di grandi distorsioni con i prodotti della terra sottopagati, dove è presente un forte squilibrio del potere contrattuale dal campo alla tavola” ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo, nel sottolineare che “l’obiettivo del nuovo anno, dovrà essere quello di garantire la trasparenza dell’informazione ai consumatori con l’obbligo di indicare la provenienza di tutti i prodotti alimentare per fare in modo che il valore conquistato dal Made in Italy sui mercati, si trasferisca alle imprese agricole”.

"Sono i giusti frutti che raccogliamo - ha dichiarato la Delegata Nazionale dei Giovani di Coldiretti, Maria Letizia Gardoni -  per aver investito su un modello di sviluppo che vede sempre più protagoniste le imprese giovani del nostro Paese. E’ su questa strada che intendiamo continuare, offrendo sempre più prodotti di qualità ai consumatori, che cercano la straordinarietà del Made in Italy. A tutto ciò dovranno aggiungersi necessari interventi che garantiscano la trasparenza di tutte le filiere, per dare il giusto reddito a tutti gli imprenditori agricoli".