5 Luglio 2019

Agricoltori nelle aule con il protocollo d’intesa Miur-Coldiretti

Aumentano del 400% negli ultimi 10 anni gli asini in Italia che salgono in cattedra nelle fattorie didattiche e nei campi scuola estivi dove si registra un boom di presenze dei bambini durante le vacanze e nel corso dell’anno. E’ quanto emerge da un’analisi della Coldiretti in occasione della firma del protocollo d’intesa con il Ministero della Pubblica Istruzione tra il presidente della Coldiretti Ettore Prandini e il Ministro dell’Istruzione Marco Bussetti in occasione dell’inaugurazione del Villaggio #stocoicontadini a Milano al Castello Sforzesco, da Piazza del Cannone a Piazza Castello con oltre diecimila agricoltori.

Il protocollo porterà nelle scuole primarie la più grande campagna di educazione alimentare e dello sviluppo sostenibile mai effettuata pima in Europa grazie all’impegno degli agricoltori con un concorso finale di premiazione. Il tutto attraverso una pedagogia attiva dell’“imparare facendo” con attività pratiche ed esperienze dirette (seminare, raccogliere, trasformare, manipolare) che privilegiano il contatto con il vivente attraverso l’incontro con il mondo animale e vegetale. Un nuovo rapporto tra città e campagna di cui proprio l’asino è l’animale simbolo per la capacità di avvicinare senza paura le nuove generazioni alla scoperta del mondo contadino grazie al carattere mansueto e alla sua versatilità.

In netta controtendenza rispetto all’andamento degli altri animali della Fattoria in Italia il numero di asini è così praticamente quintuplicato nella Penisola, dove si contano ben 62mila quadrupedi dalle grandi orecchie, che dopo aver rischiato l’estinzione stanno vivendo un momento di riscossa. Se un impiego privilegiato riguarda il mondo della scuola, con le fattorie didattiche l’utilizzo degli asini si è allargato anche alla funzione curativa con la pet-therapy che è entrata prepotentemente tra le nuove attività previste dalla legge sull’agricoltura sociale fortemente sostenuta dalla Coldiretti. Fra le pratiche di agricoltura sociale vi sono infatti i servizi di cura e assistenza terapeutica come l’onoterapia, visto che l’interazione dei disabili con gli asini riduce lo stress, sia emotivo che fisico, stimolando il movimento e la comunicazione con il resto del mondo e diventando così parte integrante di un percorso curativo dove gli asini si trasformano in veri e propri amici dei malati.

Ad essere salvate sono state molte razze locali presenti al Villaggio contadino di Milano fra cui l’asinello albino dell’Asinara con il manto candido e gli occhi rosa celesti, l’asino dell’Amiata usato nella riabilitazione dei disabili e per il trekking, il Martina Franca con più di mezzo millennio di storia che è il “gigante” fra gli asini italiani ed è famoso per il suo latte usato per l’alimentazione dei bambini o per la produzione di cosmetici, il Romagnolo di cui restano poco più di 500 esemplari in Italia.

La nuova diffusione di questi animali è legata anche allo sviluppo della produzione di specialità alimentari ricavate dal latte come biscotti o gelati. La spinta maggiore allo sviluppo degli allevamenti è venuta anche dal fatto che in Italia nascono ogni anno circa 15.000 bambini con allergie gastrointestinali dovute a intolleranza al normale latte di mucca e, per quelli che non possono essere allattati al seno, il latte d’asina, che ha caratteristiche simili a quello materno, rappresenta una valida alternativa per non far mancare un nutrimento essenziale alla crescita. Il latte d’asina è infatti da molti considerato un super food che risolve i problemi delle intolleranze al latte vaccino nell’età neonatale, mentre l’elevato contenuto in calcio lo rende estremamente utile tanto per gli anziani affetti da osteoporosi che per le donne in menopausa.

Per le positive proprietà distensive della pelle dovute anche all’alto contenuto di lisozima e conosciute ed esaltate nel corso dei millenni, il latte d’asina è oggi richiesto anche in cosmetica sotto forma di crema da giorno e da notte, come crema corpo utilizzata nei massaggi, come shampoo che rende i capelli luminosi e più robusti e voluminosi, ma anche come sapone detergente. Già ai tempi dell’antica Roma, infatti, il latte d’asina era conosciuto per le sue proprietà contro le malattie e l’invecchiamento della pelle tanto che uomini e donne di alto lignaggio erano soliti lavarsi nel latte d’asina (lac asininum), come usavano fare l’egiziana Cleopatra e la romana Poppea, consorte di Nerone.