14 Maggio 2021

Spreco alimentari: 1 italiano su 2 taglia gli sprechi

Spreco alimentare, più di 1 italiano su 2 (55%) ha diminuito o li ha annullati adottando nell’ultimo anno strategie che vanno dal ritorno in cucina degli avanzi ad una maggiore attenzione alla data di scadenza. E’ quanto emerge dai risultati di un sondaggio condotto sul sito www.coldiretti.it in occasione dell’Overshoot Day. Nonostante la situazione preoccupante per lo stile di vita degli italiani dal punto di vista dell’efficienza energetica, dello sviluppo urbanistico, dello sfruttamento delle risorse da parte della popolazione si registrano dati incoraggianti sul piano della riduzione dello spreco alimentare. Non si tratta solo di un problema etico ma che determina anche effetti sul piano economico ed anche ambientale per l’impatto negativo sul dispendio energetico e sullo smaltimento dei rifiuti.

La pandemia ha impresso una vera e propria svolta green nei comportamenti degli italiani proprio a partire dalla tavola, spinta dal fatto che le misure anti contagio portano la gente a stare di più a casa con il recupero di riti domestici come il cucinare che diventa oltre che necessità quotidiana anche un momento di aggregazione familiare più sicura di un pasto o di un aperitivo in mezzo a estranei o a persone che vivono fuori dal proprio nucleo domestico. Il risultato è anche un più efficiente utilizzo del cibo che si traduce in una maggiore attenzione agli sprechi.

Sulle tavole degli italiani sono così tornati i piatti del giorno dopo come polpette, frittate, pizze farcite, ratatouille e macedonia. Ricette che non sono solo una ottima soluzione per non gettare nella spazzatura gli avanzi, ma aiutano anche a non far sparire tradizioni culinarie del passato secondo una usanza molto diffusa che ha dato origine a piatti diventati simbolo della cultura enogastronomica del territorio come la ribollita toscana, i canederli trentini, la pinza veneta o al sud la frittata di pasta. Nonostante ciò il problema resta però rilevante con gli sprechi domestici che ammonta ancora a circa 27 kg all’anno pro capite secondo Waste Watcher.