22 Giugno 2017

Sisma 2016: a dieci mesi dalle scosse, sfollato un animale su due

Sisma 2016: sono passati ormai dieci mesi dalle scosse che hanno letteralmente messo in ginocchio il cuore della nostra Penisola. Nonostante sia passato quasi un anno, però, sono ancora sfollati circa la metà degli animali sopravvissuti, che non possono ancora essere ospitati nelle stalle provvisorie, che sono state realizzate e rese operative al 55% del fabbisogno. E’ quanto emerge da monitoraggio effettuato da Coldiretti all’incontro con centinaia di agricoltori provenienti da tutte le regioni colpite dal sisma 2016 e che si sono dati appuntamento con l’entrata in azione per la prima volta delle mietitrebbie per raccogliere il #granodellariSCOSSA.

Secondo l’analisi, sono stati realizzati anche il 53% dei fienili provvisori necessari nelle campagne dove durante l’inverno, si è verificata una vera strage di oltre diecimila animali tra morti, feriti e abortiti nelle aree del sisma 2016, per l’effetto congiunto delle scosse e del maltempo. In questo periodo dell'anno, bisogna fare i conti con il caldo tropicale che aumenta lo stress a cui sono sottoposti da mesi gli animali all’aperto o sotto tendoni privi di sistemi di refrigerazione e con difficoltà anche per garantire la disponibilità di acqua, dove ancora non sono stati completati gli allacci. Il risultato è un crollo nella produzione di latte, ma a soffrire sono anche le pecore e i maiali e il pollame con un calo nella deposizione delle uova.

In difficoltà anche le piccole strutture di trasformazione artigianali, dal latte alla carne fino alle conserve, che non hanno voluto delocalizzare sulla costa, ma che lottano per garantire la continuità nella produzione.

A ciò si aggiunge l’abbandono forzato delle popolazioni, trasferite sulla costa, e la fuga dei turisti che hanno fatto venir meno la clientela, mettendo in grave difficoltà le aziende agricole, che non hanno più un mercato locale per i propri prodotti. A pesare è anche la situazione di crisi in cui versa l’intera offerta turistica delle zone terremotate che fondava il proprio successo sulle sinergie tra cultura, ambiente e qualità alimentare. Secondo il monitoraggio Coldiretti solo il 57% degli agriturismi danneggiati dal sisma, ha ripreso l’attività in maniera completa anche se la maggioranza si sta attrezzando per la stagione estiva. Un ostacolo è rappresentato dal mancato ripristino di alcune reti viarie, come ad esempio la strada che collega Norcia a Castelluccio, frequentatissima nel periodo della fioritura, che impedisce il normale transito dei turisti.

“Occorre accelerare nel completamento delle strutture provvisorie necessarie alla sopravvivenza delle aziende e alla ripresa del lavoro e dell’economia del territorio”, ha affermato il presidente di Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che nell’immediato occorre un impegno a livello di promozione per riportare i turisti italiani e stranieri in queste aree”. Nelle aree rurali terremotate, si contano danni diretti e indiretti per 2,3 miliardi tra strade e infrastrutture, case rurali, stalle, fienili, magazzini, ma anche stabilimenti di trasformazione, rivendite, macchine agricole, macchinari di lavorazione e animali morti e feriti ai quali vanno aggiunte le perdite per il crollo della produzione di latte e delle coltivazioni e per gli effetti negativi sul commercio per la fuga dei turisti e dei residenti.