Chi l’avrebbe mai immaginato che da un matrimonio nascesse anche una ricerca scientifica, oltre che un’impresa. Metti insieme chimica e agricoltura ed ecco la biocosmesi: un prodotto di lusso che nasce da un rifiuto e il residuo che rimane dalla fermentazione della birra.
Entra in laboratorio, contatta l’università, prende quel residuo e scopre che all’interno c’è dello squalene: una molecola della pelle che ha una funzione protettiva. Fu scoperta la prima volta nello squalo e per poterla avere in misura così concentrata la si deve estratte da prodotti vegetali. Ma qui invece ce l’hai dal rifiuto che per essere smaltito rappresenta anche un aggravio per un birrificio.
I due chimici, la giovane Maria Paola Merlo e la professoressa Daniela Gaudiello, non credevano ai loro occhi e la ricerca li ha portati a estrarre lo squalene, senza usare solventi chimici. Un'estrazione completamente green.
Ecco perché questo cosmetico prende il nome di "Golden Oil Luxurious Transformation", un rifiuto lussuoso in grado, a differenza di altri oli, di penetrare all’interno del capello, invece che rimanere sulla superficie. Se la birra agricola e artigianale si sposa con la chimica, il matrimonio non può che essere green.
Qui parliamo di economia circolare, di residuo zero, di agricoltura che punta al mercato del lusso e del consumo consapevole. Qui c’è il microscopio in campagna, e chissà cos'altro è pronto a tirare fuori.