7 Aprile 2017

Alimentari: aumenta la vendita nei mercati degli agricoltori

Con una riduzione dell’1,5% sono, gli ipermercati alimentari a far registrare il tonfo maggiore delle vendite tra tutte le forme distributive di commercio al dettaglio, ma a calare pesantemente sono anche le piccole botteghe alimentari (-1,4%) e perfino i discount del cibo (-1,2%). E’ quanto emerge da una analisi realizzata sulla base dei dati sul commercio al dettaglio nel febbraio 2017 rispetto allo stesso mese dello scorso anno, dal quale si evidenzia che è il settore alimentare a far registrare i risultati peggiori con una media del -1,2%.

Accanto ad una situazione di difficoltà economica, va segnalata  la tendenza alla ricerca di canali di acquisto alternativi al dettaglio tradizionale con la crescita dell’on line, degli acquisti a domicilio e della vendita diretta confermata dal boom dei mercati del contadino dove hanno fatto la spesa più di 4 italiani su 10 (43%) nel 2016 con un aumento record del 55% negli ultimi 5 anni. L’83% degli italiani considera l’acquisto di prodotti alimentari, direttamente nei mercati degli agricoltori, sicuro con una percentuale che è superiore del 23% rispetto ai supermercati e del 15% rispetto al dettaglio tradizionale. Non è un caso che l’81% degli italiani se fosse libero di scegliere, preferirebbe comperare la frutta direttamente dagli agricoltori e l’88% degli italiani vorrebbe avere un mercato vicino a casa per avere più possibilità di scelta ed acquisto.

Ultimamente si è assistito ad una graduale diminuzione delle spesa alimentare a livello di quantità: grazie alla svolta salutistica affermatasi sulle tavole e quindi a una nuova cultura del cibo, gli italiani  hanno iniziato a mangiare meno, ma meglio. Complessivamente per quanto riguarda la spesa, oggi si prediligono i prodotti Made in Italy e oltre la metà acquista spesso quelli con marchio Dop, Igp, Doc, secondo un’analisi su dati Eurispes 2017. In oltre la metà dei casi (59%) ad essere privilegiati sono i prodotti a km zero e nell’80% quelli di stagione. Tre consumatori su quattro controllano inoltre l’etichettatura e la provenienza degli alimenti e mangiano italiano.