Si definiscono come green jobs tutti quei lavori nei vari settori dell’agricoltura, del manifatturiero, nell’ambito della ricerca e sviluppo, dei servizi, che contribuiscono in maniera incisiva a preservare o restaurare la qualità ambientale, oltre ad aiutare a proteggere gli ecosistemi, ridurre il consumo di energia, materiali ed acqua, attraverso strategie ad alta efficienza, e la generazione di rifiuti.
La green economy negli ultimi anni si è affermata come un settore chiave in grado di generare nuovi sbocchi lavorativi: dall’agricoltura biologica, alla silvicoltura sostenibile, al turismo ecologico, veri e propri comparti strategici per la valorizzazione del nostro Made in Italy e dei nostri prodotti tipici.
L’agricoltura biologica, in particolare, rappresenta una delle eccellenze del nostro Paese, che si conferma infatti fra i primi produttori bio in Europa. Con essa si intende l’applicazione di metodologie di coltivazione che limita o esclude l’utilizzo di prodotti di sintesi e degli organismi geneticamente modificati (OGM), sfruttando la naturale fertilità del suolo e promuovendo la biodiversità dell’ambiente in cui opera.
Un altro settore di applicazione della green economy è quello legato alla produzione di energia rinnovabile, all’ottimizzazione e al risparmio energetico e al minimo impatto ambientale (impianto fotovoltaico, serre solari, biomasse).
Infine un’ultima applicazione riguarda la gestione del consumo idrico in agricoltura. Il sistema italiano, in particolare, promuove l’adozione da parte delle imprese agricole di sistemi di somministrazione delle acque a scopo irriguo a basso consumo e incoraggia la costruzione di bacini idrici aziendali e interaziendali.
In questo contesto nascono i green jobs, lavori con competenze aggiuntive specifiche per la sostenibilità ambientale, in cui ogni figura professionale è accompagnata da una serie di riferimenti ad ordini professionali e associazioni di categoria.
Esempi di "lavori verdi" sono: