13 Febbraio 2014

OGM: Italia e 11 Paesi UE dicono no al mais transgenico

Anche l'Italia dichiara guerra agli OGM. Attualmente sono quindi dodici i Paesi dell'Unione Europea che hanno formalmente richiesto alla Commissione Ue di ritirare la proposta che autorizza la coltivazione del nuovo mais transgenico 1507. Una decisione positiva secondo il Presidente Coldiretti Roberto Moncalvo, laddove otto italiani su dieci hanno espresso la propria contrarietà all'utilizzo di organismi geneticamente modificati in agricoltura.

Moncalvo ha inoltre sottolineato la necessità di tradurre questo atteggiamento in comportamenti coerenti anche a livello nazionale. In Friuli, ad esempio, è completamente sfuggita al controllo la semina clandestina di mais ogm, con relativi problemi di inquinamento ambientale. "L’Italia che è leader europeo nella qualità e distintività delle produzioni agricole ha il dovere di porsi a capofila nelle politiche di difesa del territorio dalle contaminazioni", ha sostenuto il Presidente Coldiretti.

Non solo, secondo Moncalvo, gli organismi geneticamente modificati, oltre a mettere in pericolo salute ambientale e sicurezza alimentare, costituirebbero un grande nemico del prodotto Made in Italy, che fa dell'unicità e dell'originalità i propri punti di forza.

Intanto si attestano a 27 i Paesi che nel mondo hanno coltivato biotech nel 2013 per un totale di 175 milioni di ettari. Il dato è emerso da un'analisi della Coldiretti ed evidenzia un calo rispetto all'anno precedente.

Gran parte delle coltivazioni continuano a essere concentrate in America, e in particolar modo negli Stati Uniti, in Brasile, Argentina e Canada, anche se il fenomeno è in crescita in Cina e in alcuni Paesi di via di Sviluppo, a causa della pressione effettuata dalle multinazionali.

Secondo Coldiretti, tuttavia, il livello di scetticismo rispetto alle coltivazioni biotech e alle notizie miracolistiche sugli effetti positivi delle modificazioni genetiche su animali e vegetali rimane ancora molto elevato.