6 Febbraio 2014

Agricoltura biologica: standard di produzione nelle aziende di allevamento (parte seconda)

Nell’ambito delle pratiche di allevamento da agricoltura biologica, grande attenzione va posta all’alimentazione degli animali. Si tratta infatti di un fattore chiave, oltre che presupposto necessario per garantire il rispetto degli standard di produzione.

Le superfici di terreno utilizzate per l’alimentazione, quindi, devono rispondere alle norme di produzione dell'agricoltura biologica, utilizzando i periodi di conversione stabiliti dal Reg. CEE 2092/91.

Inoltre l’alimentazione deve privilegiare la qualità, non la massimizzazione della produzione, e non deve essere in alcun modo forzata. Per i mammiferi giovani sarà il latte naturale, di preferenza quello materno, somministrato per un periodo che va dai tre mesi per bovini ed equini, 45 giorni per ovini caprini, 40 per i suini.

Per i capi adulti, invece, e in particolare nel caso degli erbivori, almeno il 60% della materia secca di cui si compone la razione giornaliera deve essere costituita da foraggi freschi, essiccati e insilati. Per il pollame, invece, la razione utilizzata nella fase d’ingrasso deve contenere almeno il 65% dei cereali, mentre a quella giornaliera, così come per i suini, devono essere aggiunti foraggi freschi, essiccati o insilati.

L’elenco delle materie prime consentite è consultabile nell’allegato II, parte C del Reg. CEE 2092/91. L’alimentazione può inoltre prevedere vitamine, provitamine e sostanze simili chimicamente ben definite fino al 29 marzo 2004, mentre è vietato l’utilizzo di antibiotici, coccidiostatici, medicinali, stimolanti della crescita o della produzione. Non è infine consentito l’impiego di organismi geneticamente modificati.