23 Settembre 2016

Salone del Gusto a Torino, tra solidarietà e tutela della biodiversità

Al via l’undicesima edizione del Salone del Gusto che, per cinque giorni a partire da oggi, trasformerà la città di Torino nella “capitale” del cibo. Dalle ore 10, sono diversi gli eventi che hanno iniziato ad animare il Salone del Gusto, come “La rivoluzione verde dei mercati contadini” che hanno cambiato la spesa degli italiani, tema al centro dell’incontro promosso da Coldiretti con l’inaugurazione del percorso di guerra, un vero e proprio viaggio alla scoperta delle speculazioni e degli inganni che pesano oggi anche sulle tasche di giovani imprenditori agricoli e cittadini, dalla cui reazione sono nati i mercati di vendita diretta a Km 0. La prima indagine elaborata dalla Fondazione Campagna Amica sull’innovazione più travolgente nel commercio alimentare dell’ultimo decennio, sarà al centro dell’incontro con il presidente di Coldiretti Roberto Moncalvo e il fondatore di Slow Food Carlo Petrini, a 15 anni dall’approvazione della Legge di Orientamento che ha dato fondamento giuridico e prospettive di crescita ai mercati contadini in Italia, che sono diventati non solo luogo di consumo, ma momenti di socializzazione, cultura e solidarietà.

E proprio la solidarietà sarà tra i “temi” portanti di questo Salone del Gusto, perché ad un mese dal sisma che ha colpito il Centro Italia, sarà possibile acquistare le caciotte solidali “salva mucche”, prodotte con il latte degli allevatori delle zone colpite dal terremoto. Queste caciotte sono il risultato di una mobilitazione straordinaria, che ha visto impegnati anche tantissimi giovani agricoltori che si sono adoperati per fare in modo che nessuna goccia di latte fosse gettata; le caciotte solidali, verranno commercializzate attraverso i mercati degli agricoltori di Campagna Amica. L’undicesima edizione del Salone del Gusto, sarà anche occasione di riflessione per quanto riguarda l’ambiente che ci circonda e di cui facciamo parte: un milione di firme per fermare il consumo e arginare il degrado del suolo, è l’obiettivo della ECI (Iniziativa dei Cittadini Europei) People4soil, presentata nella giornata di ieri a Torino dal palco di Terra Madre con l’obiettivo di ottenere una efficace legislazione per la tutela del suolo. Nel nostro Paese, la raccolta firme sarà parte della campagna SALVAILSUOLO, promossa da una task force di associazioni che per 12 mesi collaboreranno per sostenere l’iniziativa dei cittadini europei (ECI): ACLI, Coldiretti, FAI, INU, Legambiente, LIPU, Slow Food, WWF, organizzeranno iniziative insieme al più vasto coordinamento italiano degli aderenti alla ECI, che comprende complessivamente 80 realtà fra associazioni ambientaliste, ONG di cooperazione, forum per il paesaggio, società e istituzioni scientifiche, associazioni cristiane di impegno sociale, organizzazioni di produttori agricoli e di consumatori biologici e perfino associazioni venatorie e ricreative. “Le firme dei cittadini serviranno a trasformare una sensibilità sempre più diffusa in un tema dell’agenda parlamentare europea – affermano in una dichiarazione congiunta i rappresentanti delle organizzazioni della task force. Occorrono regole e incentivi che riconoscano e premino le condotte responsabili, sanzionando i comportamenti speculativi. Queste regole devono essere comuni e condivise nella comunità degli Stati Europei, per evitare dumping e forme di concorrenza sleale”.

“La biodiversità è un patrimonio che va protetto e tutelato. Il mio obiettivo è di mantenere il più possibile inalterato l’equilibrio ecosistemico del contesto in cui mi trovo” ha affermato Maria Letizia Gardoni “con lo scopo di mantenere, di andare a ripopolare e rinvigorire la biodiversità animale e vegetale del territorio nel quale mi trovo a lavorare”; quindi sono soprattutto i giovani agricoltori ad impegnarsi in prima linea per aiutare i cittadini a fare scelte di acquisto consapevoli e a difesa dell’ambiente. Al Salone del Gusto dunque, anche la terra è protagonista, con una riflessione circa i suoli europei, che da soli non bastano più da tempo a coprire i fabbisogni alimentari della popolazione, per questo decine di milioni di ettari in ogni parte del Pianeta sono sfruttati intensivamente per il mercato europeo, talvolta dopo aver costretto le comunità rurali di quei Paesi, a esodi forzati.