7 Luglio 2016

Boschi, proposte Coldiretti per trasformare i rischi in opportunità

Sono migliaia gli agricoltori scesi in piazza per difendere i boschi italiani che a causa del degrado e dell’abbandono sono diventati vere giungle ingovernabili in preda ai piromani con rischi per l’ambiente e la stabilità idrogeologica.

L’allarme incendi non è stato mai così alto a causa dell’inarrestabile avanzata della foresta che, senza alcun controllo, si è impossessata dei terreni incolti e domina ormai con 12 miliardi di alberi più di 1/3 della superficie nazionale con una densità che la rende del tutto impenetrabile ai necessari interventi di manutenzione, difesa e sorveglianza. L’abbandono in cui versa lascia campo libero ai piromani e alle ecomafie, con rischi per l’ambiente e la stabilità idrogeologica. E’ quanto emerge dal Dossier Coldiretti presentato in occasione della mobilitazione di migliaia di agricoltori e boscaioli scesi in piazza a Trento in Trentino Alto Adige, con il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo, il Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti, il Vice Ministro del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari Andrea Olivero e il Presidente della Provincia Autonoma di Trento Ugo Rossi.

Gli incendi - continua - la Coldiretti - provocano danni incalcolabili dal punto di vista ambientale dovuti alla perdita di biodiversità (distrutte piante e uccisi animali) e alla distruzione di ampie aree di bosco che sono i polmoni verdi del paese e concorrono ad assorbire l'anidride carbonica responsabile dei cambiamenti climatici. Già lo scorso anno – ricorda la Coldiretti - gli incendi gli incendi erano aumentati del 49% mandando in fumo più di 37mila ettari di bosco.

E’ necessario trasformare i rischi in opportunità e valorizzare il potenziale ambientale, economico ed occupazionale del bosco in un Paese che utilizza - continua la Coldiretti - solo il 30% della nuova superficie boschiva il che significa che per 100 nuovi alberi che nascono se ne tagliano appena 30 mentre in Europa si preleva, in media, il 60% della nuova biomassa e in Paesi come l'Austria si supera il 90%.

Secondo una stima di Coldiretti, 35mila nuovi posti di lavoro potrebbero nascere dall’aumento del prelievo del legname dai boschi che oggi coprono una superficie record di 10,9 milioni di ettari praticamente raddoppiata rispetto all’Unità d’Italia quando era pari ad appena 5,6 milioni di ettari.

Il Italia - spiega la Coldiretti - si importa dall’estero più dell'80% del legno necessario ad alimentare l’industria del mobile, della carta o del riscaldamento per un importo di 3,7 miliardi nel 2015 ed un incremento del 6% nel primo trimestre del 2016. L’industria italiana del legno è la prima in Europa, ma con legna che arriva da altri Paesi vicini come Austria, Francia, Svizzera e Germania a dimostrazione di un grande potenziale economico inutilizzato.

I boschi italiani, se valorizzati attivamente con pratiche di gestione sostenibile, possono rappresentare dunque - sostiene la Coldiretti - non solo il serbatoio naturale di assorbimento del carbonio, ma anche un fondamentale strumento di investimento nella crescita dell’indotto produttivo ad esso collegato, garantendo così lo sviluppo socio‐economico delle aree marginali, rurali e di montagna.  Un obiettivo che secondo la Coldiretti va raggiunto con l’approvazione del nuovo testo forestale per la semplificazione della gestione attiva dei boschi, dando più valore al ruolo degli imprenditori agricoli per la qualità dell’aria e riconoscimento dei crediti di carbonio, con lo sviluppo della filiera 100% italiana attraverso i Piani di sviluppo rurale e con l’incentivazione dell’utilizzo di legno prodotto in Italia negli appalti pubblici.

“Gestire il bosco o meglio coltivare il bosco significa lavorare per valorizzazione complessivo di un territorio, ma questo non è possibile senza convenienza economica”, ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che “ci sono tutte le condizioni per trasformare i rischi in grandi opportunità per la ripresa di un Paese che ha fatto della sostenibilità ambientale un valore aggiunto del Made in Italy”.

“Con questa dodicesima tappa- ha dichiarato il presidente di Coldiretti giovani impresa, Maria Letizia Gardoni- abbiamo incontrato oltre 15mila giovani agricoltori che hanno testimoniato la vivacità della nostra agricoltura. Da qui ripartiamo per dare reddito e dignità a tutte le filiere della nostra bellissima agricoltura sconfiggendo ogni forma di speculazione”.