10 Aprile 2015

Xylella: UE lascia bloccare a Francia import piante pugliesi

L’Unione Europea sull’emergenza xylella si sta comportando come Ponzio Pilato, lasciando libera la Francia di bloccare le piante pugliesi e senza intervenire per fermare l’import da paesi extracomunitari da cui proviene la malattia, nonostante le sollecitazioni. È quanto si afferma in riferimento alla notizia che la Commissione Europea considera legittime le misure anti-xylella prese dalla Francia, che bloccano l'import di 102 varietà di piante, aprendo di fatto la strada a misure unilaterali analoghe da altri Paesi. È davvero preoccupante che la Commissione Ue ritenga di non intervenire sulla decisione di uno Stato membro, adottata senza tenere conto dell’approfondimento politico e scientifico in corso a livello comunitario. Ma ancora più grave è il fatto che la Commissione Ue non abbia ancora disposto efficaci misure di rafforzamento dei controlli alle frontiere e l’embargo verso le aree extracomunitarie, da cui proviene il batterio che sta distruggendo gli ulivi salentini.

Dall’ulivo alla vite, ma anche fico, albicocco, mandorlo, pesco, agrumi, ciliegio, gelso e numerose piante ornamentali, per un totale di 102 specie vegetali, non potranno più essere esportate dalla Puglia in Francia per effetto del Decreto del Ministero dell’Agricoltura francese concernente la prevenzione dell'introduzione di Xylella fastidiosa (Well e Raju), che è già stato pubblicato sulla gazzetta ufficiale. Una decisione arbitraria assunta al di fuori del diritto comunitario, che rischia di scatenare un effetto a catena su altri paesi, con conseguenze drammatiche dal punto di vista economico e di immagine, così come una guerra commerciale senza precedenti con un Paese quale la Francia che è un partner storico dell’Italia.
Pesanti le ripercussioni che si temono a carico del comparto delle piante ornamentali, che in Puglia ha raggiunto i 185 milioni di euro di valore, a cui si aggiungono quelle sul settore olivicolo con la Puglia che è la prima regione a livello nazionale, con circa 172 mila tonnellate di olio di oliva prodotte annualmente, che generano un fatturato che si aggira mediamente attorno ai 600 milioni di euro e rappresenta uno dei principali comparti produttivi dell’agricoltura regionale.

La Coldiretti chiede che il necessario intervento nei confronti delle Autorità francesi e comunitarie sia accompagnato a livello nazionale, alla luce delle ripercussioni dirette e indirette che gravano sugli agricoltori, da un impegno di tutto il Parlamento affinché sia resa possibile la dichiarazione di stato di calamità naturale. Tale intervento è necessario per innescare immediatamente urgenti misure di sostegno in favore degli imprenditori olivicoli, quali sgravi della contribuzione previdenziale agricola ai sensi del D. Lgs. 102/2004 e del settore della trasformazione, sospensione o dilazione delle scadenze fiscali agricole previste per i soggetti agricoli professionali e postergazione di ogni scadenza di mutui e investimenti per 5 anni, interventi indispensabili a garantire un futuro a imprese olivicole, cooperative, frantoi e vivai pugliesi.