23 Marzo 2015

Vino: arrivo testo unico taglia del 50% la burocrazia

L’arrivo del testo unico sul vino taglia del 50% il tempo dedicato alla burocrazia, che dal vigneto alla bottiglia rende necessario adempiere a più di 70 pratiche, che coinvolgono 20 diversi soggetti e richiedono almeno 100 giornate di lavoro per ogni impresa vitivinicola, per soddisfare le 4000 pagine di normativa che regolamentano il settore. È quanto ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo, nel commentare l’annuncio fatto dal Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina durante l’incontro I territori viticoli italiani ad Expo - la semplificazione come strumento competitivo verso i mercati, che ha avuto luogo domenica 22 marzo a Verona, in occasione di Vinitaly.

“Un testo ampiamente condiviso, che raccoglie molte nostre proposte che consentono di ridurre gli oneri - anche economici - a carico delle imprese, senza abbassare la soglia di garanzia qualitativa attraverso i controlli” ha affermato Moncalvo.
Si tratta di un ulteriore passo in avanti, dopo i primi cambiamenti positivi ottenuti con il DL Campolibero convertito in legge nell’agosto scorso, che ha portato delle importanti semplificazioni. Infatti, per evitare duplicazioni, è stato già istituito il registro unico dei controlli con inserimento anche delle attività svolte dagli organismi di certificazione e controllo, viene rivisto l’istituto della diffida con ampliamento dei casi di applicazione e si passerà a una completa dematerializzazione dei registri di cantina.

Il decreto appena firmato dal Ministro delle Politiche Agricole, Maurizio Martina, è atto a un processo di snellimento della burocrazia a favore dei produttori fino a 1000 ettolitri e a chi trasforma esclusivamente le uve aziendali. È stato inoltre stabilito un esonero dalla tenuta dei registri per produttori fino a 50 ettolitri, con annessa attività di vendita diretta e somministrazione.
Rendere più semplici i passaggi burocratici del settore vitivinicolo è molto importante per la ripresa economica del paese. Si tratta infatti di uno dei comparti maggiormente preferiti dai giovani, che sempre più numerosi decidono di investire sull’agricoltura e diventare imprenditori agricoli, puntando sull’alta qualità e scegliendo di produrre vini a denominazione controllata, così come di utilizzare i canali dell’e-commerce e dell’export per allargare il proprio mercato e valorizzare le eccellenze enogastronomiche italiane.