10 Aprile 2017

Vinitaly, il Montepulciano d’Abruzzo è il vino che dà più lavoro

Con un totale di 19,4 milioni di ore impiegate all’anno in provincia di Chieti, è il Montepulciano d’Abruzzo Doc il vino made in Italy che dà più lavoro a livello locale, davanti al Puglia Igt con 16,5 milioni nella provincia di Foggia e alla Doc Sicilia con 16 milioni di giornate in quella di Trapani. E’ quanto emerge dalla prima analisi sui vini Doc e impatto occupazionale a livello provinciale diffusa dalla Coldiretti al Centro Servizi Arena in occasione del Vinitaly, Salone internazionale del vino e dei distillati. Dallo studio traspare in tutta la sua evidenza il ruolo del settore vitivinicolo per l’economia e il lavoro nel Mezzogiorno, ma l’impatto occupazionale è rilevante anche al nord. Al quarto posto si piazza il lombardo Oltrepò Pavese Doc, con 14,2 milioni di ore di lavoro, davanti a un collega del Piemonte l’Asti Docg per produrre il quale ne servono “solo” 13,4 milioni insieme al Barbera d’Asti. Al sesto posto il pregiato Amarone della Valpolicella Docg con 13,1 milioni di ore a Verona dove pesa anche il Soave Docg seguiti da un altro gioiello della regione che ospita il Vinitaly, il Prosecco Docg con 12,9 milioni di ore a Treviso. Ci sono poi i piemontesi Barolo Docg, Barbaresco Docg, Langhe Doc e Roero Docg a Cuneo (12,4 milioni di ore), il Gavi Docg ad Alessandria (10,9 milioni di ore), mentre a chiudere è il Castel Del Monte Doc pugliese, con 9,4 milioni di ore lavorate nella provincia di Bari dove di rilievo c’è anche il Puglia Igt.

Complessivamente si stima che il vino abbia offerto durante il 2016 opportunità di lavoro ad un milione e trecentomila persone, tra quanti sono impegnati direttamente in vigne, cantine e nella distribuzione commerciale, ma anche in attività connesse, di servizio e nell’indotto che si sono estese negli ambiti più diversi: dall’industria vetraria a quella dei tappi, dai trasporti alle assicurazioni, da quella degli accessori, come cavatappi e sciabole, dai vivai agli imballaggi, dalla ricerca e formazione alla divulgazione, dall’enoturismo alla cosmetica e al mercato del benessere, dall’editoria alla pubblicità, dai programmi software fino alle bioenergie ottenute dai residui di potatura e dai sottoprodotti della vinificazione (fecce, vinacce e raspi). Secondo un recente studio la raccolta di un grappolo alimenta opportunità di lavoro in ben 18 settori:

1) agricoltura
2) industria trasformazione
3) commercio/ristorazione
4) vetro per bicchieri e bottiglie
5) lavorazione del sughero per tappi
6) trasporti
7) assicurazioni/credito/finanza
8) accessori come cavatappi, sciabole e etilometri
9) vivaismo
10) imballaggi come etichette e cartoni
11) ricerca/formazione/divulgazione
12) enoturismo
13) cosmetica
14) benessere/salute con l’enoterapia
15) editoria
16) pubblicità
17) informatica
18) bioenergie.

“Il settore del vino dimostra più di altri che l’agricoltura è in grado di offrire opportunità di lavoro sia a chi vuole investire con progetti innovativi sia a chi vuole fare una esperienza in campagna a contatto con la natura anche solo per integrare il proprio reddito”, ha affermato il Presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel denunciare che “la prima vendemmia senza voucher rischia di far perdere 25mila posti di lavoro tra le vigne per giovani e pensionati e occorre trovare pertanto presto una valida soluzione alternativa nell’interesse delle imprese e dei cittadini”.

LA TOP TEN DEI VINI CHE DANNO PIU’ LAVORO

 VINI DEL TERRITORIO Provincia TOTALE ORE LAVORATE
1 Montepulciano D’Abruzzo Doc Chieti 19.359.600
2 Puglia Igt Foggia 16.519.200
3 Sicilia Doc Trapani 16.032.264
4 Oltrepo Pavese Doc Pavia 14.244.750
5 Asti Docg, Barbera d’Asti Asti 13.443.750
6 Amarone Della Valpolicella Docg, Soave Docg Verona 13.090.480
7 Prosecco Docg Treviso 12.850.760
8 Barolo Docg, Barbaresco Docg, Langhe Doc, Roero Docg Cuneo 12.402.000
9 Gavi Docg; Alessandria 10.869.750
10 Castel Del Monte Doc, Igt Puglia Bari 9.355.680

Fonte: analisi Coldiretti