9 Settembre 2014

Ucraina: aiuti UE da 15 Mil per export Parmigiano e Grana in Russia

Il Parmigiano Reggiano e il Grana Padano potranno accedere alle misure previste dalla Commissione Europea a seguito dell’embargo russo dei prodotti agroalimentari. Lo comunica Coldiretti Emilia Romagna in riferimento al regolamento Ue che prevede la concessione di aiuti per l'ammasso privato di 155.000 tonnellate di formaggi che dovranno avere un'età minima non inferiore ai 60 giorni, con l'importo dell'aiuto fissato a 15,57 euro per tonnellata, per le spese fisse di stoccaggio, e a 0,40 euro per tonnellata al giorno, per le spese di magazzinaggio e di immobilizzazione del capitale. L’esportazione di Parmigiano e Grana Padano vale circa 15 milioni di euro, una parte consistente di tutto l’export lattiero caseario dell’Italia verso la Russia pari a 45 milioni di euro. Le nuove misure di intervento si aggiungono ai 125 milioni complessivamente già stanziati dalla Commissione per tutta l’Unione Europea a sostegno dei prodotti ortofrutticoli (pomodori, carote, cavolo bianco, peperoni, cavolfiori, cetrioli e cetriolini, funghi, mele, pere, piccoli frutti, uva da tavola e kiwi) per i quali il valore dell’export italiano in Russia è stato apri a 72 milioni di euro nel 2013. Non va peraltro dimenticato il supplemento di 30 milioni di euro di fondi Ue (da cofinanziare) per programmi di promozione dei prodotti agricoli stanziati a partire dal 2015, in aggiunta ai 60 milioni già previsti annualmente nel bilancio della PAC. Anche se molto dipenderà dalla tempestività e dalle modalità operative del sostegno già ora si può dire che secondo la Coldiretti l’importo stanziato non è sufficiente a coprire le perdite ed anche che alcuni prodotti importanti per l’Italia colpiti dal blocco restano esclusi come ad esempio i prosciutti a denominazione di origine.  Complessivamente si stima che solo per l'Italia siano state bloccate spedizioni di prodotti agroalimentari per un valore di circa 200 milioni di euro tra ortofrutta, carni, salumi, latticini e formaggi. Ma ai danni diretti si sommano quelli indiretti dovuti alla perdita di immagine e di mercato provocata dalla diffusione sul mercato russo di prodotti di imitazione che non hanno nulla a che fare con il Made in Italy  ma anche la possibilità che vengano dirottati sul territorio nazionale i prodotti agroalimentari di bassa qualità di altri paesi che non trovano più uno sbocco nel Paese di Putin.