26 Febbraio 2016

Tutela Made in Italy, necessaria la trasparenza in etichetta

Difendere il Made in Italy, vuol dire difendere la produzione agroalimentare e il lavoro di tantissimi agricoltori del nostro Paese.
"In un momento difficile per l’economia, dobbiamo portare sul mercato il valore aggiunto della trasparenza, con l’obbligo di indicare in etichetta l’origine degli alimenti come ha chiesto il 96,5% degli italiani, sulla base della consultazione pubblica online sull'etichettatura dei prodotti agroalimentari, condotta dal Ministero delle Politiche Agricole".
E’ quanto afferma il Presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel commentare i punti del position paper che l’Italia presenterà alla Commissione Europea in vista del prossimo Consiglio dei Ministri dell’Agricoltura di marzo, illustrati dal Ministro Maurizio Martina, alla riunione con gli assessori all’agricoltura delle Regioni italiane.

Sotto accusa la normativa comunitaria che consente di spacciare come Made in Italy prodotti importati dall’estero, per la mancanza di norme chiare e trasparenti sull’etichettatura di origine. "La mancanza di trasparenza in etichetta sulla reale origine, colpisce formaggi e salumi, ma anche il latte a lunga conservazione o al carne di coniglio. Il risultato è che gli inganni del finto Made in Italy sugli scaffali, riguardano 2 prosciutti su 3 venduti come italiani, ma provenienti da maiali allevati all'estero; ma anche 3 cartoni di latte a lunga conservazione, su 4 che sono stranieri senza indicazione in etichetta, come pure la metà delle mozzarelle”, denuncia il Presidente di Coldiretti Roberto Moncalvo.

“La battaglia di Coldiretti per la trasparenza in Europa - afferma Moncalvo - continua anche sul versante del prezzo del latte, per garantire la giusta remunerazione degli allevatori italiani ai quali il latte viene pagato ben al disotto dei costi di produzione. Nel 2015, secondo lo studio di Coldiretti, hanno chiuso circa 1000 stalle da latte, oltre il 60% delle quali si trovava in montagna, con effetti irreversibili sull’occupazione, sull’economia, sull’ambiente con il venir meno di una attività di presidio indispensabile contro il degrado”.