19 Gennaio 2017

Terremoto, tante stalle e aziende agricole sepolte dalla neve

Terremoto, un termine che dall'estate scorsa è un pensiero fisso per molte popolazioni del centro Italia e che torna prepotentemente sulle pagine dei quotidiani. Dopo la nuova ondata di scosse sismiche di ieri, sono circa tremila le aziende agricole e le stalle sepolte dalla neve. Nelle aree colpite dal terremoto si contano casi di isolamento, nuovi crolli, decine di mucche e pecore morte e ferite, difficoltà per garantire l’alimentazione degli animali ma anche per le consegne con tonnellate di latte che, da giorni, si è costretti a gettare. E’ quanto emerge da un recente monitoraggio sugli effetti congiunti delle nuove scosse e della neve in un territorio a prevalente economia agricola, con una significativa presenza di allevamenti di pecore e bovini che in migliaia sono costretti al freddo. Per effetto del maltempo è crollata fino a dimezzarsi la produzione di latte negli allevamenti in queste zone a causa dello stress termico in una situazione in cui - solo nelle Marche - si contano seicento mucche e cinquemila pecore al freddo. Si stima infatti che appena il 15% delle strutture di protezione degli animali siano state completate fino ad ora e gli allevatori non sanno ancora dove ricoverare mucche, maiali e pecore, costretti al freddo, con il rischio di ammalarsi e morire, o nelle strutture pericolanti che stanno cedendo sotto il peso della neve e delle nuove scosse di terremoto.

La neve ostacola la circolazione soprattutto nelle strade rurali con difficoltà a raggiungere gli allevamenti e garantire la mungitura che deve essere fatta due volte al giorno, ma anche per le consegne dei mangimi necessarie all’alimentazione degli animali e la raccolta del latte dagli animali che risulta difficile dal Lazio all’Abruzzo dove in molti sono stati costretti a gettarlo. In difficoltà è quindi anche il fiorente indotto agroindustriale con caseifici, salumifici e frantoi dai quali si ottengono specialità di pregio famose in tutto il mondo, che sostengono che il flusso turistico che è la linfa vitale per la popolazione. Dove possibile è scattata la solidarietà tra agricoltori che si sono stati mobilitati anche con i trattori attrezzati come spalaneve per garantire la circolazione nelle campagne, ma restano gravi difficoltà ed è dunque importante l’intervento annunciato dell’esercito per garantire la circolazione.

La situazione è insostenibile per gli uomini e gli animali che sono rimasti nelle campagne terremotate dove a distanza di 5 mesi dalle prime scosse, si registrano pesanti ritardi ed inefficienze burocratiche con le difficoltà che si aggravano con il maltempo. Davanti ad un disastro annunciato ci muoveremo per individuare le responsabilità e agire di conseguenza insieme ai nostri allevatori.
Nei mercati degli agricoltori di Campagna Amica continua la vendita della caciotta della solidarietà realizzata con il latte degli allevatori dei territori colpito dal sisma, ma per aiutare le aree rurali è anche attivo uno specifico conto corrente denominato COLDIRETTI PRO-TERREMOTATI” (IBAN: IT 74 N 05704 03200 000000127000) dove indirizzare la raccolta di fondi.