19 Settembre 2016

Terremoto, nelle campagne a rischio 3300 posti di lavoro

A quasi un mese dal terremoto che ha interessato l’Italia Centrale, gli agricoltori e gli allevatori colpiti, si sono dati appuntamento nella frazione di Roccapassa di Amatrice, nell'azienda Cavezzi Valeria - gravemente colpita - per fare il punto sull’emergenza nelle campagne, con il primo bilancio dei danni, gli effetti della solidarietà, le difficoltà ancora presenti e i problemi risolti con la consegna del primo modulo abitativo agricolo, dove a differenza di quanto avviene nelle città, la stragrande maggioranza non può lasciare la propria azienda agricola inagibile, perché è necessario continuare ad accudire gli animali. Successivamente l’appuntamento è a Sommati, dove sarà inaugurata la grande tensostruttura di Coldiretti, da utilizzare come maxicambusa per i mangimi necessari a garantire l’alimentazione degli animali durante tutto l’inverno.
Anche i nostri giovani agricoltori - è importante sottolinearlo – hanno dato un contributo notevole a livello di solidarietà, prodigandosi, sin dalle prime ore successive al sisma, affinché alle popolazioni colpite, fosse fornito il massimo aiuto, a partire dai beni di prima necessità, come acqua e cibo.

Ad incontrare gli agricoltori e gli allevatori colpiti dal sisma, con il presidente nazionale Roberto Moncalvo sono stati invitati il Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina, il Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti ed del Presidente della Regione Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani che, in collaborazione con la Coldiretti ha messo a disposizione decine di moduli abitativi per aiutare l'agricoltura e quindi aiutare ad affrontare l’inverno nelle campagne. In questo momento così delicato per le popolazioni colpite dal terremoto, si aggiunge anche la preoccupazione per i 3.300 i posti di lavoro a rischio nei territori dei 17 comuni, che hanno subito danni strutturali gravi: si contraddistinguono per un’elevata densità di aziende agricole che sono oltre 7 ogni 100 abitanti, rispetto alla media nazionale di 2,7%. Questi dati sono emersi dal primo bilancio dei danni elaborato da Coldiretti nelle campagne di Amatrice, dove entro un mese dalle prime scosse, è stato appunto consegnato il primo modulo abitativo agricolo. Tra manodopera familiare ed esterna, le campagne delle zone colpite, danno lavoro a migliaia di persone, contribuendo in modo importante all’economia di quei territori. Sotto il profilo dell’orientamento produttivo emerge che la percentuale maggiore di superficie agricola utilizzata, è destinata a prati permanenti e pascoli (71,7% rispetto al 26,7% del dato nazionale) a conferma del deciso orientamento verso le attività di allevamento, con 55961 animali e il prevalere quasi ovunque delle pecore, anche se i bovini sono presenti a Norcia, Cascia ed Amatrice .

Le aziende agricole censite nell’area del cratere sono 1894, di cui:

  • quasi il 35% (pari a 658 aziende) presenti nei territori perugini dell’Umbria
  • Marche - 582
  • Abruzzo - 372
  • Lazio con 282 aziende nel reatino delle quali 181 ad Amatrice, le più danneggiate.

La maggior parte delle aziende sono di tipo familiare, condotte direttamente dal coltivatore (91,9%) e sono strutturate in forme giuridiche prevalentemente individuali (88,2%) L’agriturismo tocca quota del 25% ed è particolarmente presente nei comuni dell’Umbria (33%), soprattutto a Norcia (50%) e a Preci (75%) mentre nelle Marche le quote principali sono a Montefortino (45,5%), Montegallo (50%) e Montemonaco (85,7%).

Il terremoto ha colpito un territorio a prevalente economia agricola, con una significativa presenza di allevamenti di pecore e bovini, che occorre ora sostenere concretamente, per non rassegnarsi all’abbandono e allo spopolamento” ha affermato Roberto Moncalvo nel sottolineare la necessità che “la ricostruzione vada di pari passo con la ripresa dell’economia che, in queste zone, significa soprattutto cibo e turismo”.