Terremoto e solidarietà, specialmente in questo difficile momento, sono elementi strettamente legati fra loro perché raccontano le storie di chi, colpito dal sisma che ha interessato il Centro Italia, è riuscito a rialzarsi grazie agli innumerevoli aiuti pervenuti da ogni parte del Paese. Oggi, in occasione del Forum Internazionale dell’Agricoltura e dell’Alimentazione a Villa d’Este di Cernobbio, solo alcuni dei prodotti simbolo della rinascita, tra cui fragole e frutti di bosco di Amatrice, dolci di Accumuli, succhi e marmellate biologiche di Norcia, mortadelle di Campotosto, pecorino dei Sibillini, zafferano, pecorino amatriciano e la caciotta solidale realizzata con il latte delle mucche sfollate, sono approdati con grande coraggio e dignità per inaugurare il primo mercato degli agricoltori terremotati, organizzato dalla Coldiretti, a 50 giorni dal sisma.
Si tratta della prima iniziativa che riunisce molte aziende di tutti i territori feriti dal sisma e che ha un impatto economico diretto su queste zone, per fermare l’abbandono delle campagne duramente colpite.
Terremoto e solidarietà, tanta solidarietà, con quasi 3 italiani su 4 (74%) che hanno partecipato ad iniziative solidali, secondo l’indagine Coldiretti/Ixe’ dalla quale emerge che il 42% ha donato con SMS o su conto corrente, il 19% tramite associazioni e ben il 13% mangiando l’amatriciana nei luoghi che hanno aderito all’iniziativa. Tra coloro che hanno donato, il 76% ritiene che, acquistare prodotti alimentari del territorio colpito dal sisma, possa aiutare la ripresa.

Terremoto e solidarietà, ma anche lavoro e occupazione: sono infatti 3.300 i posti a rischio nelle campagne nei territori dei 17 comuni che hanno subito danni strutturali gravi e che si contraddistinguono per un’elevata densità di imprese agricole che sono oltre 7 ogni 100 abitanti, rispetto alla media nazionale di 2,7%. “Il terremoto ha colpito un territorio a prevalente economia agricola con una significativa presenza di allevamenti di pecore e bovini che occorre ora sostenere concretamente per non rassegnarsi all’abbandono e allo spopolamento”, ha affermato Roberto Moncalvo nel sottolineare la necessità che “la ricostruzione vada di pari passo con la ripresa dell’economia, che in queste zone significa soprattutto cibo e turismo”. Dietro ogni prodotto salvato dal terremoto, c’è infatti una storia di sofferenza e voglia di ricominciare.

Terremoto e solidarietà, sono tante le persone che - nonostante la tragedia hanno - trovato il coraggio e la forza di ricominciare, come Rita Santi di Accumuli, ha visto letteralmente crollare il laboratorio di trasformazione e il forno in cui cuoceva le sue golosità il giorno stesso del sisma. Pur di continuare a produrre i suoi biscotti, si è messa con grande determinazione in cerca di un altro forno, trovandolo e riuscendo a far ripartire l’attività.
Antonio Scialanga, giovane agricoltore di fragole e dei frutti di bosco di Amatrice, ha avuto seri problemi con il pozzo e i danni alla falda dell’acqua che gli serviva per irrigare i piccoli frutti, ma con l’aiuto della sua compagna e soprattutto della sua tenacia, in meno di una settimana è riuscito a rialzarsi e non perdere il raccolto.
Dai campi limitrofi arriva anche la patata di Amatrice dalla buccia di colore variabile dal beige al rossiccio e pasta variabile dal bianco al giallo, a seconda della varietà.
Enrico Foglietti e la moglie Cristina producono a Norcia succhi e marmellate biologiche, ma il sisma ha danneggiato il laboratorio di trasformazione, con la perdita di metà delle produzioni, e lesionato gravemente la loro casa, rendendola inagibile tanto da costringerli ad andare a vivere in roulotte e tenda. La coppia non si è però data per vinta e, seppur con grande difficoltà, Enrico e Cristina sono riusciti a risollevarsi.
Alessandro Salvatori e la moglie Ilaria, produttori di norcinerie, hanno avuto ingenti danni strutturali al capannone dei legumi e cereali ma, superati i primi momenti di sconforto, si sono rimboccati le maniche ed hanno continuato il loro lavoro.
Il principale danno dell'azienda di Ernesto Tiberi e della moglie Simona riguarda il crollo delle presenze nel loro agriturismo, per il quale non hanno più prenotazioni dal giorno del terremoto, con la conseguente mancanza di guadagni per l'assenza totale dei turisti e l'annullamento di tutti gli eventi collaterali.
Giovanni Angeli di Macerata, ha avuto casa, stalla e fienile lesionati dal terremoto, ma gli effetti del sisma si sono fatti sentire anche sulle mucche e sulle pecore allevate, con la diminuzione delle quantità di latte e il conseguente calo della produzione di formaggi, primo tra tutti il pecorino dei Sibillini vero vanto dell’azienda.
Rinaldo D'Alessio storico produttore della mortadella di Campotosto e del Pecorino Amatriciano, ha subito diversi danni alle stalle, ma continua a prodigarsi per i suoi amati luoghi ritirando la maggior parte del latte ovino degli allevamenti colpiti dal sisma per continuare la produzione del noto formaggio, fungendo così da polmone produttivo per garantire la continuità delle attività.

"Con questa iniziativa, Coldiretti dimostra ancora di più la sua capacità di essere forza amica del Paese, ha dichiarato Maria Letizia Gardoni, Delegata nazionale Coldiretti Giovani Impresa. Sin dalle prime ore tanti giovani agricoltori si sono mobilitati per prestare aiuto alle popolazioni duramente colpite dal sisma del centro Italia. Non possiamo dunque che essere fieri di tanta solidarietà ed aiuto, soprattutto in questi momenti dove anche a causa delle avverse condizioni climatiche, che rappresentano un rischio per gli animali, è necessario vigilare ed intensificare le attività affinché si possa tornare quanto prima alla normalità”.

Terremoto e solidarietà, ma soprattutto storie di vita vera, di sogni e di rinunce investite in aziende crollate sotto le macerie del terremoto, ma che pian piano si stanno rialzando combattendo anche contro i danni indiretti causati dal sisma, ossia il crollo delle vendite per la “fuga” dalle zone terremotate dei turisti che abitualmente frequentavano quei meravigliosi territori.
“Oggi nelle aree terremotate nessuna goccia di latte viene più gettata grazie ad una mobilitazione straordinaria per garantire ogni giorno la mungitura e l’alimentazione delle mucche sopravvissute, raccogliere quotidianamente il latte su strade dissestate o chiuse, organizzare la trasformazione nella cooperativa dove è diretto ora gran parte del latte proveniente dalle stalle delle aree terremotate, da Amatrice a Norcia”, ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che “da questo lavoro sono state ottenute le caciotte solidali che oltre 12mila italiani hanno acquistato nei mercati degli agricoltori di Campagna Amica dove c’è stata la convinta partecipazione dei cittadini”. La vendita in occasione della Giornata Mondiale dell’Alimentazione – ha concluso Moncalvo - è stata effettuata con grande successo anche a New York nel farmer market tra 47th e 2nd avenue in Dag Hammarskjold Plaza frequentato da diplomatici di tutto il mondo".