9 Agosto 2017

Terremoto: a quasi un anno dalla tragedia, è attiva 1 stalla su 2

Terremoto, una tragedia che ha colpito al cuore l'Italia e oggi, a quasi un anno dalla prima scossa, sono state realizzate e rese operative il 55% delle stalle necessarie per ospitare gli animali “sfollati”. Secondo un recente sondaggio, sono stati realizzati anche il 53% dei fienili provvisori necessari nelle campagne dove durante l’inverno si è verificata una vera strage di oltre diecimila animali per l’effetto congiunto delle scosse e del maltempo che hanno fatto crollare le stalle e costretto gli animali al freddo e al gelo, con decessi, malattie e diffusi casi di aborto.

A ridosso del primo anniversario del terremoto, negli allevamenti bisogna fare i conti con il caldo che aumenta lo stress a cui sono sottoposti da mesi gli animali all’aperto o sotto tendoni privi di sistemi di refrigerazione e con difficoltà anche per garantire la disponibilità di acqua, dove ancora non sono stati completati gli allacci. Il risultato è un crollo nella produzione di latte, ma a soffrire sono anche le pecore e i maiali e il pollame con un calo nella deposizione delle uova. In difficoltà anche le piccole strutture di trasformazione artigianali, dal latte alla carne fino alle conserve, che non hanno voluto delocalizzare sulla costa, ma che lottano per garantire la continuità nella produzione.

A ciò si aggiunge l’abbandono forzato delle popolazioni, trasferite sulla costa, e la fuga dei turisti che hanno fatto venir meno la clientela, mettendo in grave difficoltà le aziende agricole che non hanno più un mercato locale per i propri prodotti. A pesare è anche la situazione di crisi in cui versa l’intera offerta turistica delle zone terremotate che fondava il suo successo sulle sinergie tra cultura, ambiente e qualità alimentare. Secondo un recente monitoraggio solo il 57% degli agriturismi danneggiati dal sisma ha ripreso l’attività in maniera completa, anche se la maggioranza si sta attrezzando per la stagione estiva. “Occorre accelerare nel completamento delle strutture provvisorie necessarie alla sopravvivenza delle aziende e alla ripresa del lavoro e dell’economia del territorio”, ha affermato il presidente di Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che nell’immediato occorre un impegno a livello di promozione per riportare i turisti italiani e stranieri in queste aree”. Nelle aree rurali terremotate si contano danni diretti e indiretti per 2,3 miliardi tra strade e infrastrutture, case rurali, stalle, fienili, magazzini, ma anche stabilimenti di trasformazione, rivendite, macchine agricole, macchinari di lavorazione e animali morti e feriti ai quali vanno aggiunte le perdite per il crollo della produzione di latte e delle coltivazioni e per gli effetti negativi sul commercio per la fuga dei turisti e dei residenti”.