4 Novembre 2015

Riso Made in Italy: con +44% export conquista anche l’Asia

In occasione dell’ultimo appuntamento a Expo 2015 con gli agricoltori della Coldiretti, dedicato al riso, è stata diffusa un’analisi sul cereale più consumato al mondo, che ne ha evidenziato un aumento record del 44% del valore delle esportazioni nel 2015. Il riso Made in Italy, rappresentativo dell’equilibrio che esiste nell’attività agricola chiamata a svolgere un ruolo multifunzionale e che garantisce sicurezza alimentare e sostenibilità ambientale, conquista addirittura l’Asia.

Il riso è una delle cinque specie alimentari fondamentali per il genere umano, nonché la principale pianta coltivata sul pianeta terra, da cui dipende la sopravvivenza di miliardi di persone. Quest’anno la riduzione dei numero di persone che hanno sofferto la fame è anche connessa all’aumento della produzione mondiale, stimata dal Dipartimento di Stato statunitense (USDA) per la campagna corrente di circa 479 milioni di tonnellate di riso lavorato, quasi 2 milioni in più rispetto alla precedente campagna. L’Italia è leader nella produzione di riso in Europa, con 227.329 ettari seminati che rappresentano il 55% del totale comunitario e servono a soddisfare il bisogno interno e ad alimentare un rilevante flusso di esportazioni. Proprio l’export di riso Made in Italy è aumentato complessivamente in valore del 5% nei primi 7 mesi del 2015, con un vero exploit in Asia.

Occorre peraltro considerare che la coltivazione del riso assume grande importanza per il territorio dal punto di vista ambientale, perché la risaia rappresenta un ecosistema acquatico temporale e contribuisce anche alla prevenzione di fenomeni alluvionali. La coltivazione si sviluppa principalmente in 5 Regioni italiane: Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e Sardegna, oltre ad altre superfici interessanti presenti in Calabria e Toscana. Le aziende produttrici di riso sono circa 4.100, con una filiera che assicura il reddito di oltre 10.000 famiglie tra occupati e imprenditori. Il valore al consumo del riso italiano supera il miliardo di euro, con una produzione agricola nazionale che si aggira intorno ai 550 milioni di euro in termini di PLV.

“A pesare sulle potenzialità del riso italiano è la mancanza di trasparenza sulla reale origine, con il rischio che venga spacciato come italiano quello proveniente dall’estero” ha affermato il Presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel denunciare peraltro “il forte squilibrio produttivo e commerciale nell’ambito della filiera risicola italiana, determinato dalle importazioni sconsiderate di riso lavorato provenienti da Paesi che operano in regime EBA a dazio zero, in particolare la Cambogia e Myanmar. È urgente ripristinare, in sede UE, i normali dazi della tariffa doganale comune in deroga all’attuale sistema EBA, come peraltro sostenuto dall’Italia nella richiesta di applicazione della clausola di salvaguardia nei confronti della Cambogia” ha concluso Moncalvo nel sottolineare che sul piano nazionale occorre “costruire e registrare un marchio specifico delle nostre varietà storiche (Carnaroli e Arborio), che consenta la distinzione da varietà similari o imitazioni  sui mercati internazionali.”