19 Dicembre 2016

Regali di Natale, gettonatissimi i cesti con prodotti tipici

Regali di Natale, piccoli oppure grandi, purché graditi: la parola d'ordine è cucina. Per questo Natale, infatti, sembra che la maggior parte delle persone voglia sorprendere con il cibo e il vino, che sono tra i più apprezzati regali di Natale, in quasi quattro famiglie su dieci. Sotto l’albero, addobbato a festa, trovano dunque spazio i tradizionali cesti con i prodotti enogastronomici tipici, da consumare durante i pranzi e i cenoni delle feste. La tendenza di quest'anno, per quanto riguarda i regali di natale, si traduce in cesti fai-da-te riempiti con i prodotti tradizionali, curiosi, innovativi o improntati alla solidarietà. Abbiamo quindi spumante, torrone, pandoro o panettone spesso artigianali, ma anche cotechino, zampone, lenticchie e in generale tutti i prodotti tipici locali, cosiddetti a chilometri zero, dai salumi ai formaggi, dall’extravergine al vino, dal miele alle conserve, meglio se preparati direttamente nelle aziende agricole. I prezzi variano notevolmente, ma normalmente oscillano tra i 20, per il cesto più piccolo e, i 200 euro per quello con specialità più ricercate. La novità per questo Natale 2016, è l’inserimento di prodotti solidali provenienti dalle zone colpite dal terremoto, anche grazie alle numerose iniziative in atto lungo tutta la Penisola a partire da Roma in Piazza Navona, dove fino al 22 dicembre tutti i giorni dalle 11 alle 19 nel mercato di Campagna Amica ci saranno gli agricoltori e gli allevatori di Lazio, Marche, Umbria e Abruzzo con i loro prodotti salvati dal sisma.

L’agroalimentare con regali enogastronomici, pranzi e cenoni è quest’anno la voce più pesante del budget che le famiglie italiane destinano alle feste di fine anno, con una spesa complessiva per imbandire le tavole del Natale e del Capodanno di 4,4 miliardi di euro, il 2% in più dello scorso anno. Il ritorno in cucina, spinge anche verso una scelta attenta degli ingredienti, con una tendenza elevata alla ricerca di materie prime fresche e genuine. Il risultato è un vero boom degli acquisti nelle fattorie o nei mercatini che saranno affollati a Natale da quasi sei italiani su dieci (58%) secondo l’analisi Coldiretti/Ixè. Tra quanti li frequenteranno solo il 18% non farà alcun acquisto, mentre la maggioranza del 44% spenderà in prodotti enogastronomici.

La migliore garanzia sull’originalità dei prodotti alimentari in vendita nei mercati, è quella della presenza personale del produttore agricolo che può offrire informazioni dirette sul luogo di produzione e sui metodi utilizzati. Per il cibo e le bevande, si registra infatti una tendenza al ritorno al contatto fisico con il produttore per assecondare la crescente voglia di conoscenza sulle caratteristiche del prodotto e sui metodi per ottenerlo. Nel tour de force enogastronomico di quasi due settimane, gli italiani faranno sparire quasi cento milioni di chili tra pandori e panettoni, cinquanta milioni di bottiglie di spumante, ventimila tonnellate di pasta, 6,5 milioni di chili tra cotechini e zamponi, 800 mila capponi, ma anche frutta secca, pane, carne, salumi, formaggi e dolci. L’andamento dei consumi di Natale condiziona il futuro di molte imprese agroalimentari e addirittura l’esistenza di interi comparti, dal pandoro al panettone, dai cotechini alle lenticchie.