24 Aprile 2015

Quote latte: rischio nuove multe dopo 1 mese da fine regime

Dopo un mese dalla fine del regime delle quote latte, si fa più concreto il rischio di nuove multe per il superamento da parte dell’Italia del proprio livello quantitativo di produzione assegnato dall’Unione Europea, dopo 5 annualità in cui nessuna sanzione è stata pagata dagli allevatori italiani. È quanto emerge da un’analisi della Coldiretti, divulgata in occasione della visita dei vertici nazionali agli impianti delle Latterie Virgilio a Mantova. Dalle elaborazione Agea si evidenzia che il dato aggregato di 11 mesi di produzione della campagna 2014/2015 risulta in notevole aumento rispetto alla campagna scorsa (+2,69%), con un incremento in valori assoluti che si posizione a 2,619 milioni di quintali, mentre nella campagna 2013/2014 sono avanzati solo 1,150 milioni.

Dopo la mobilitazione degli allevatori della Coldiretti, è arrivato il regolamento comunitario per permettere di rateizzare le multe di quest'anno a carico dei loro allevatori per un massimo di 3 anni e senza interessi, pubblicato in Gazzetta Ufficiale dell'Unione Europea, ma occorre individuare soluzioni a livello nazionale di carattere strutturale” ha affermato il Presidente della Coldiretti, Roberto Moncalvo, nel sottolineare che “serve recuperare i ritardi accumulati e introdurre l’obbligo di indicare in etichetta la provenienza del latte a lunga conservazione e di quello impiegato nei formaggi e latticini. 3 cartoni di latte a lunga conservazione su 4 venduti in Italia sono stranieri, mentre la metà delle mozzarelle sono fatte con latte, o addirittura cagliate, provenienti dall'estero, ma nessuno lo sa perché non è obbligatorio riportarlo in etichetta. In un momento difficile per l’economia, dobbiamo portare sul mercato il valore aggiunto della trasparenza anche nei rapporti di filiera.”

A marzo, l’Antitrust ha multato in Francia per pratiche anticoncorrenziali 11 industrie lattiero casearie (tra le quali LactalisLaitaSenagral e Andros’s Novandie), per un importo di 193 milioni di euro. Il 5 marzo scorso era intervenuto anche l’Antitrust iberico, annunciando multe per un totale di 88 milioni di euro a gruppi come Danone (23,2 milioni), Corporation Alimentaria (21,8 milioni), Grupo Lactalis Iberica (11,6 milioni), mentre in Italia tutto tace. Le industrie stanno pagando 36 centesimi al litro alle aziende agricole e non è una situazione sostenibile, anche perché quello che gli allevatori prendono non basta neppure per una tazzina di caffè al bar. Nel 1984 in Italia erano presenti 180mila stalle, con il latte che veniva pagato in media agli allevatori 0,245 euro al litro, mentre i consumatori lo pagavano 0,40 euro al litro (780 lire). Nel 2000 agli allevatori il latte veniva pagato 0,32 euro al litro, mentre i consumatori lo pagavano 1 euro al litro, con un aumento del 213% dalla mucca alla tavola. Oggi le stalle rimaste sono 36mila e agli allevatori vanno appena 0,36 euro al litro, contro un costo per i consumatori di 1 euro e 50 centesimi.