1 Febbraio 2017

Prodotti alimentari italiani, più sicuri di quelli extra UE

I prodotti alimentari italiani sono quasi ventidue volte più sicuri di quelli extracomunitari per quanto riguarda il contenuto in residui chimici. È quanto si afferma in riferimento all’allarme di Legambiente sui pesticidi, sulla base dell’ultima relazione dell’Autorità per la sicurezza alimentare (Efsa) dalla quale si evidenzia che il 6,5% per i campioni provenienti da paesi extracomunitari, conteneva residui superiori ai limiti di legge, soprattutto per la presenza di tracce di pesticidi non approvati nell'Ue.

Al contrario secondo il National summary reports on pesticide residue pubblicato dall’Efsa appena lo 0,3% dei prodotti Made in Italy,  contiene residui chimici oltre il limite, mentre la percentuale sale all’1,6% per i prodotti di origine comunitaria. L’invasione di prodotti alimentari provenienti dall’estero, aumenta dunque il rischio per i consumatori come dimostra “la classifica dei cibi più pericolosi” elaborata da Coldiretti sulla base del Rapporto del Ministero della Salute sui sistema di allerta europeo, che per quanto riguarda i pesticidi vede in testa per pericolosità le spezie dall’India come il peperoncino fichi secchi e peperoni, dalla Turchia ma anche la frutta e verdura dall’Egitto come olive e fragole e i broccoli ed i funghi dalla Cina. Paesi dai quali arrivano spesso cibi diventati di gran moda in Italia come ad esempio la curcuma originaria dell’India o le bacche di goji, i fagioli azuchi e lo zenzero che sono in gran parte di provenienza cinese. Al contrario l’agricoltura italiana è la più green d’Europa con 288 prodotti a denominazione di origine (Dop/Igp) e 415 vini Doc/Docg, il divieto all’utilizzo degli Ogm e il maggior numero di  operativi biologici circa 60mila con quasi 1,5 milioni di ettari coltivati o in conversione.

E’ vero che in Italia esiste l’agricoltura convenzionale che fa ricorso all’utilizzo di fitofarmaci - ha dichiarato Maria Letizia Gardoni Presidente dei Giovani di Coldiretti, ma è anche vero che l’Italia (pur avendo un’agricoltura anche convenzionale) rispetta dei parametri rigidissimi, per cui l’utilizzo del prodotto fitosanitario nell’agricoltura convenzionale, ha dei parametri molto più bassi rispetto a quelli di altri paesi europei e mondiali, per cui nonostante appunto si faccia ancora questo tipo di coltivazione si rispettano dei parametri rigidissimi”.