12 Marzo 2015

Pasqua: per la prima volta senza rami d’ulivo, allarme contagio

Sarà la prima domenica delle Palme in cui si corre il rischio di non vedere distribuiti i tradizionali ramoscelli di ulivo, per evitare la diffusione di un’epidemia che sta facendo strage di piante secolari, che dal Salento in Puglia potrebbe estendersi in tutta Europa. È questa una delle conseguenze della lotta alla diffusione del terribile patogeno che causa il disseccamento degli ulivi, Xylella fastidiosa, poiché la schiusa delle uova della sputacchina, insetto vettore colpevole della diffusione della malattia, inizierà proprio nei giorni che precedono la Pasqua e ciò renderà molto pericoloso scambiarsi i tradizionali rametti d’ulivo, simbolo della pace nel mondo. Nessun timore per gli uomini e per l’olio, ma il rischio è elevato per il paesaggio, l’ambiente, l’economia e il lavoro, in quanto importante componente economica del Made in Italy. La stessa Regione Puglia ha immediatamente emanato le misure obbligatorie per la lotta al patogeno, che prevedono nella zona infetta interventi di potatura, per eliminare parti sintomatiche infette con distruzione del materiale potato.

In gioco c’è un patrimonio del Salento (dove si trovano 11 milioni di piante di ulivo), della Puglia e del mondo, che va difeso a partire dagli interventi naturali di buone pratiche agricole proposti dal Commissario all’Emergenza. In presenza del Presidente Nazionale Coldiretti, Roberto Moncalvo, accompagnato dall’intera Giunta nazionale, è stato dato il via alla terapia salva ulivi con le attività di potatura, trinciatura, sarchiatura e aratura dei terreni, necessarie a fermare la propagazione del contagio a Lecce.
L’appuntamento è stato oggi, giovedì 12 marzo, presso l’azienda agricola situata sulla Strada provinciale 27 - Cavallino/Caprarica Km 2,7.

Gli insetti ancora giovani di sputacchina risultano stanziali, sono soliti vivere sulle erbacce presenti ai piedi degli olivi. Buone pratiche colturali adeguate, interventi periodici, tesi all’arieggiamento delle piante e miglioramento dello stato vegetativo, possono ridurre in maniera imponente tali vettori, senza alcun impatto ambientale.
“Inizia una battaglia contro il tempo per difendere le storiche piante millenarie e salvare un bene dell’intera Umanità” ha affermato il Presidente della Coldiretti, Roberto Moncalvo, nel sottolineare che “è necessario garantire l’impegno delle istituzioni, gli interventi necessari e le risorse adeguate per salvare un bene pubblico che tutto il mondo ci invidia”.
Attraverso l’hashtag #savemonumentalolives su Twitter, Coldiretti ha lanciato una petizione popolare per coinvolgere la società civile nell’azione di salvaguardia delle piante millenarie e di tutela paesaggistica e ambientale.