26 Gennaio 2018

Oscar Green: un trentenne su 3 vive con la paghetta

Oscar Green: in occasione del "Salone della creatività made in Italy", è stata presentata un’analisi Coldiretti/Ixè su “I giovani italiani, la vita e il lavoro” da cui è emerso che più di un trentenne italiano su tre (circa il 35 per cento) nel 2018 vive con la paghetta dei genitori o dei nonni e altri parenti che sono costretti ad aiutare i giovani fino ad età avanzata. Ma se si considerano tutti i giovani tra i 18 e i 34 anni, la percentuale di chi è costretto a farsi mantenere da mamma e papà sale al 55 per cento, più un altro 6 per cento che si “affida” alla pensione dei nonni. Secondo l’indagine ben il 68 per cento dei giovani italiani vive con famiglia dove cerca però di rendersi utile. Tra quanto abitano con i genitori, ben il 77 per cento concorre ai lavori domestici e il 63 per cento fa la spesa. Non è un caso se alla domanda su quale aspetto della vita incida maggiormente sul proprio futuro da 1 a 10 è proprio la famiglia ad ottenere il punteggio maggiore (7,9) davanti a relazioni in generale e cultura (entrambe con 7,5). E questo nonostante il fatto che solo meno della metà dei giovani dichiara di stare in una famiglia dove le condizioni economiche consentono di vivere agiatamente o serenamente, mentre nelle case di un restante 47 per cento si riescono a pagare appena le spese e in un 5 per cento non bastano nemmeno per l’indispensabile. “La famiglia è diventata una rete di protezione sociale determinante che opera come fornitore di servizi e tutele per i membri che ne hanno bisogno”, ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che “la struttura della famiglia italiana in generale, e di quella agricola in particolare, considerata in passato superata, si è invece dimostrata, nei fatti, fondamentale per non far sprofondare nelle difficoltà moltissimi cittadini”.

1 GIOVANE SU 2 “SOGNA” DI FARE LO SPAZZINO
Nel 2018 più di un giovane senza lavoro su due (56 per cento) accetterebbe un posto da spazzino che, da emblema dei lavori meno ambiti, è diventato nel tempo della disoccupazione record un “lusso” per gli italiani under 35, tanto da essere preferito ad un posto nei call center, da badante o da dog sitter. Durante la premiazione di Oscar Green, sostenuta da Campagna Amica, è stata presentata un'analisi Coldiretti/Ixè su “I giovani italiani, la vita e il lavoro” da cui è emerso che se un posto da operatore ecologico sarebbe accettato dal 56 per cento degli under 35 disoccupati, poco più della metà (51 per cento) punterebbe a un lavoro nella food delivery (consegna di cibo a domicilio) e un 50 per cento farebbe il dog sitter, che si piazza ben davanti a pony express (39 per cento) e operatore di call center (37 per cento) mentre solo uno su quattro (24 per cento) vorrebbe fare il badante. Non sorprende dunque che resti solido l’obiettivo italico del posto fisso che rimane il “sogno proibito” dal 62 per cento dei giovani. In questo ambito tiene il mito del dipendente pubblico al quale ambisce il 34 per cento dei giovani, tallonato da vicino da una poltrona sicura nel settore privato, mentre un 26 per cento vorrebbe fare il libero professionista. Nell’attesa si arrangiano come possono tanto che 3 giovani su 4 hanno già avuto esperienze lavorative multiple per una media di quasi 4 lavori già cambiati, che salgono a 5 se si considera la fascia tra i 30 e i 34 anni. Non mancano comunque tra gli occupati ragazzi che sono molto o abbastanza soddisfatti del lavoro che hanno (71 per cento) mentre tra quelli che non lo sono il motivo principale resta la scarsa remunerazione economica (62 per cento). Evidenti le criticità nel rapporto tra scuola e mondo del lavoro tanto che solo il 22 per cento dei giovani ha un impiego totalmente coerente con gli studi, mentre il 33 per cento lo ha solo in parte, l’11 per cento poco e il 34 per cento per niente. “C’è un forte spirito di sacrificio nelle nuove generazioni, ma anche la consapevolezza di grandi difficoltà da superare che non devono trasformarsi in rassegnazione”, ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che “una spinta decisiva deve partire dalla scuola che deve saper alimentare una nuova cultura imprenditoriale e del lavoro fondata su bisogni veri e sugli asset vincenti su cui può contare il Paese come turismo e alimentazione”.

ITALIA LEADER UE CON IL +9% DI GIOVANI AGRICOLTORI
Cresce del 9% il numero di imprese agricole italiane condotte da under 35 che vedono nel cibo made in Italy nuove e interessanti prospettive di futuro dai campi alla tavola, portando l’Italia al vertice in Europa per numero di aziende condotte da giovani. È quanto afferma un’analisi della Coldiretti relativa al terzo trimestre 2017 presentata al “Salone della creatività Made in Italy” in occasione della consegna a Roma dei premi per l’innovazione Oscar Green che evidenzia la forte attrattività del settore per le nuove generazioni. I giovani prima e meglio di altri, hanno capito che l’Italia per crescere deve puntare su quegli asset di distintività nazionale che garantiscono un valore aggiunto nella competizione globale come il territorio, il turismo, la cultura, l’arte, il cibo e la cucina. L’Italia con 53.475 imprese agricole italiane condotte da under 35 è al vertice in Europa nel numero di giovani in agricoltura. Una presenza che ha di fatto rivoluzionato il lavoro in campagna dove il 70 per cento delle imprese giovani opera in attività che vanno dalla trasformazione aziendale dei prodotti alla vendita diretta, dalle fattorie didattiche agli agriasilo, ma anche alle attività ricreative, l’agricoltura sociale per l’inserimento di disabili, detenuti e tossicodipendenti, la sistemazione di parchi, giardini, strade, l’agribenessere e la cura del paesaggio o la produzione di energie rinnovabili. Il risultato è che le aziende agricole dei giovani possiedono una superficie superiore di oltre il 54 per cento alla media, un fatturato più elevato del 75 per cento della media e il 50 per cento di occupati per azienda in più. “L’agricoltura è tornata ad essere un settore strategico per la ripresa economica ed occupazionale” ha affermato Maria Letizia Gardoni delegata dei giovani della Coldiretti nel sottolineare che “le campagne possono offrire prospettive di lavoro sia per chi vuole intraprendere con idee innovative che per chi vuole trovare un’occupazione anche temporanea per fare una esperienza a contatto con la natura”.