16 Novembre 2015

Olio: l’Antitrust tuteli il vero Made in Italy, combattendo le frodi

L’Antitrust aiuti a fare chiarezza sulla destinazione finale delle importazioni da record con l’arrivo dall’estero nel 2014 di ben 666 mila tonnellate di olio di oliva e sansa, con un aumento del 38% rispetto all’anno precedente. E’ quanto si afferma nel commentare l’avvio da parte dell’Antitrust delle 7 istruttorie per presunte pratiche commerciali scorrette, nei confronti di alcune importanti aziende che commercializzano olio in Italia. Un buon extravergine italiano, non può essere venduto a meno di 6-7 euro al litro che non coprono neanche i costi di produzione.

L’Italia deve difendere dalle frodi il proprio patrimonio di olio Made in Italy che, quest’anno, può contare su una produzione buona di circa 400mila tonnellate con un aumento di almeno il 30% e di ottima qualità.

L’olio di oliva  è un settore strategico del Made in Italy con circa 250 milioni di piante su 1,2 milioni di ettari coltivati, con un fatturato del settore stimato in 2 miliardi di euro e con un impiego di manodopera per 50 milioni di giornate. In questo contesto è importante lo storico accordo-quadro per valorizzare tutti i protagonisti dell’intera filiera, dall’olivicoltura all'industria, passando per il commercio, che riconosce un adeguato sostegno al mondo olivicolo italiano, prevedendo per i produttori capaci di fornire un olio di elevato livello qualitativo, un vero e proprio premio, vale a dire il pagamento di 40 centesimi al Kg in più rispetto al prezzo di mercato.
L’olio in questione dovrà possedere un’acidità massima di 0,4 e requisiti chimico-fisici migliori rispetto a quelli previsti dalla normativa vigente. Si tratta di un impegno per la valorizzazione che non può essere vanificato da pratiche commerciali scorrette, come quello su cui sta indagando l’autorità garante per la concorrenza e il commercio.