23 Aprile 2017

Olio d’oliva italiano: da etichetta a semaforo crollo export in Gran Bretagna

Crollate del 26% le esportazioni di olio d'oliva italiano in Gran Bretagna nel 2017, anche per effetto dell’etichetta a semaforo introdotta nel 99% delle catene distributive che criminalizza ingiustamente un prodotto considerato unanimemente elisir di lunga vita. E’ quanto è emerso da una analisi su dati Istat di gennaio presentata alla conferenza Contro semafori e protezionismi alla Farnesina alla quale ha partecipato Tulio Marcelli componente di giunta nazionale. “Le nuove forme di protezionismo, sono proprio legate alla moltiplicazione di normative tecniche che di fatto ostacolano la libera circolazione delle merci”, ha denunciato Marcelli nel sottolineare che con “l’inganno delle etichette a semaforo si rischia di sostenere modelli alimentari sbagliati che mettono in pericolo, non solo la salute dei cittadini italiani ed europei, ma anche un sistema produttivo di qualità sostenuto dall’Unione Europea e dalla comunità internazionale, come dimostra il Bloomberg Global Health Index per la popolazione maggiormente in salute a livello mondiale che ha classificato l’Italia al vertice tra 163 Paesi.

“L’etichetta nutrizionale a semaforo sugli alimenti, che si sta diffondendo in alcuni Paesi dell’Unione Europea, boccia ingiustamente quasi l’85% in valore del Made in Italy a denominazione di origine (Dop) che la stessa Unione deve invece tutelare e valorizzare. Ad essere segnati dal semaforo rosso – si precisa - ci sono tra gli altri le prime tre specialità italiane Dop più vendute in Italia e all’estero come il Grana Padano, il Parmigiano Reggiano ed il prosciutto di Parma, ma si arriva addirittura a colpire anche l’olio d'oliva italiano. L’Unione Europea deve intervenire per impedire un sistema di etichettatura, fuorviante discriminatorio ed incompleto che finisce per escludere paradossalmente dalla dieta alimenti sani e naturali che da secoli sono presenti sulle tavole, per favorire prodotti artificiali di cui in alcuni casi non è nota neanche la ricetta”. L’etichetta semaforo indica con i bollini rosso, giallo o verde il contenuto di nutrienti critici per la salute come grassi, sali e zuccheri, ma non basandosi sulle quantità effettivamente consumate, bensì solo sulla generica presenza di un certo tipo di sostanze, porta a conclusioni fuorvianti arrivando addirittura a promuovere cibi spazzatura come le bevande gassate senza zucchero.