28 Dicembre 2016

Natale 2016, alimentare in crescita del 3,4% spinge il fatturato industriale

Con un balzo record del 3,4% rispetto allo scorso anno è l’alimentare a spingere il fatturato industriale che registra il maggiore tasso di crescita e fa ben sperare per le festività di Natale 2016.

L’agroalimentare con regali enogastronomici, pranzi e cenoni è quest’anno la voce più pesante del budget che le famiglie italiane destinano alle feste di fine anno, con una spesa complessiva per imbandire le tavole del Natale e del Capodanno di 4,4 miliardi di euro, il 2% in più dello scorso anno, secondo l’analisi di Coldiretti dei dati Istat sul fatturato dell’industria ad ottobre 2016 che riguarda i prodotti arrivati sugli scaffali per le feste di fine anno.

Lo spumante si conferma come il prodotto immancabile delle feste per quasi nove italiani su dieci (89%) a pari merito con la frutta locale di stagione, ma è sorprendente che sia seguito a ruota dalle lenticchie (88%) che beneficiano delle tendenze salutistiche, dalla solidarietà con le aree terremotate dove le coltivano e forse anche perché in un periodo di crisi sono chiamate a portar fortuna secondo antichi credenze.

Secondo l’analisi della Coldiretti/Ix il panettone preferito dal 75% degli italiani sorpassa e batte il pandoro fermo al 72%, la stessa percentuale del cotechino. Si abbandonano infatti le mode esterofile del passato con il 9% di italiani che si permetteranno le ostriche, l’11% lo champagne e il 56% il salmone, presente con però una forte presenza del pesce locale a partire da vongole e alici per le quali si assiste ad una vera riscossa sulle tavole.

In questo Natale 2016  è record storico per il Made in Italy alimentare anche sulle tavole delle festività di tutto il mondo con l'export di vini, spumanti, grappa e liquori, panettoni, formaggi, salumi ma anche caviale Made in Italy che solo per il periodo di Natale raggiunge i 3,2 miliardi di euro, in aumento del 3%. La spesa alimentare - spiega la Coldiretti - è uno speciale indicatore dello stato dell’economia nazionale poiché si tratta della principale voce del budget delle famiglie italiane dopo l’abitazione. Il cambiamento - conclude la Coldiretti - deve ora trasferirsi alle imprese agricole con una adeguata remunerazione dei prodotti che in molti casi si trovano tuttora al di sotto dei costi di produzione.