19 Agosto 2014

Maltempo: +20% boschi in 20 anni, ma non c’è chi li preserva

Negli ultimi 20 anni il bosco italiano è aumentato del 20% ed  oggi la stima provvisoria della superficie forestale complessiva, comprensiva delle altre terre boscate (arbusteti, boscaglie e formazioni rade) è pari al valore record di 10,9 milioni di ettari, ben il 35% del territorio nazionale.

E’ quanto afferma la Coldiretti sulla base del terzo Inventario Nazionale delle Foreste e dei serbatoi forestali di Carbonio elaborato dal Corpo forestale dello Stato nel sottolineare che il vero pericolo per il bosco è l’abbandono e l’incuria e non certo i vigneti che svolgono invece una funzione drenante. Sulla base dei dati Istat negli ultimi 20 anni si è infatti dimezzata la superficie di bosco di proprietà delle aziende agricole che hanno dovuto chiudere per la mancanza di concrete opportunità economiche e sociali e non c’è più chi svolge attività di custodia, di valorizzazione, di protezione e di sorveglianza del bosco.

E’ questa una delle ragioni della fragilità del territorio italiano dove viene sottratta terra agricola per un equivalente di circa 400 campi da calcio (288 ettari) che vengono abbandonati o occupati dal cemento con un amento della superficie impermeabilizzata soprattutto nei centri urbani. E’ il risultato di un modello di sviluppo sbagliato che ha tagliato del 15% le campagne e fatto perdere negli ultimi venti anni ben 2,15 milioni di ettari di terra coltivata. Ed oggi in Italia sono ben 6633 i comuni in cui sono presenti aree a rischio idrogeologico (l’82% del totale) con più di 5 milioni di cittadini che ogni giorno vivono o lavorano in aree considerate pericolose per frane ed alluvioni, soprattutto in una situazione in cui si moltiplicano gli eventi estremi e catastrofici per effetto dei cambiamenti climatici con la più elevata frequenza di eventi estremi con sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense con vere e proprie bombe d’acqua.

Per difendere il territorio occorre creare le condizioni affinché si contrasti l'allontanamento dalle campagne e si valorizzino quelle funzioni di sorveglianza, manutenzione e gestione del territorio svolte dagli imprenditori agricoli. Un punto di partenza importante per il bosco è l’utilizzo efficiente della biomassa legnosa dal quale si possono conseguire risultati importanti come la valorizzazione della risorsa forestale, la tutela attiva del bosco contro gli incendi e a prevenzione di frane e alluvioni, ma anche l’utilizzo di tecnologie e di capacità industriali italiane.

L’Italia con un aumento record del 25% delle importazioni di legna da ardere (pellets, ecc.) nel 2013 rispetto all’anno precedente per un totale di ben 3,8 miliardi di Kg di legna in un anno, è diventato il primo importatore mondiale.