Il contrabbando illegale di sigarette vale in Europa 11 miliardi di euro, con un giro d’affari che ha ormai raggiunto quello di eroina e cocaina. E’ quanto emerge da un’analisi Coldiretti sul rapporto Transcrime European outlook on the illicit trade in tobacco products, presentato in occasione dell’iniziativa Insieme contro il tabacco illecito organizzata a Napoli dall’Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare in collaborazione, tra gli altri, con la Philp Morris Italia.
Un momento di confronto tra istituzioni, autorità preposte alla lotta al commercio illecito, mondo giuridico e gli attori principali della filiera del tabacco. Il giro d’affari legato al contrabbando di tabacco coinvolge nell’Ue tra le 100mila e le 150mila persone e causa gravi danni a livello economico, con l’elusione dei dazi doganali, ma presenta anche seri rischi per la salute dei consumatori, considerata l’assenza di controlli. Messi da parte i vecchi contrabbandieri, il traffico di sigarette è gestito da vere e proprie organizzazioni criminali con notevoli disponibilità finanziarie. “Si tratta di un business che per volume d’affari è ormai uguale a quello della cocaina e che impoverisce la nostra economia, poiché ogni soldo finito in mano alla mafia, viene sottratto alle nostre tasche – ha rilevato Gian Carlo Caselli - presidente del Comitato scientifico dell’Osservatorio sulla criminalità nell’agroalimentare.
“Un fenomeno che minaccia un comparto che in Italia ha visto una riduzione di circa 30mila addetti e di 500mila quintali di prodotto dall’inizio della crisi ad oggi” ha sottolineato Gennaro Masiello, presidente di Ont, Organizzazione Nazionale Tabacco Italia, e vicepresidente nazionale della Coldiretti. La produzione di tabacco in Italia è stata, nel 2013, pari a 51,4 milioni di kg ed è concentrata nelle regioni Veneto (25%), Umbria (29%), Campania (35%) e Toscana (7%), ma è presente anche nel Lazio, Abruzzo, Marche e Friuli Venezia Giulia.