Made in Italy, i tarocchi affossano le quotazioni del Grana Padano che hanno toccato a gennaio il livello più basso degli ultimi 8 anni attestandosi a 6,10 euro al chilo per la stagionatura di 10 mesi alla produzione. È quanto emerge da un’analisi di Coldiretti, sulla base delle rilevazioni della Camera di Commercio di Mantova, presentata in occasione della Fieragricola di Verona dove sono state esposte le brutte copie diffuse nei diversi continenti del formaggio Dop più venduto al mondo. Un primato messo a rischio anche dagli accordi di libero scambio con i quali la Ue legalizza, dal Canada al Giappone fino ai Paesi sudamericani del Mercosur, l’agropirateria internazionale che fattura oltre 60 miliardi di euro con i tarocchi del prodotti alimentari made in Italy. Sulle forme di vero Grana Padano made in Italy si fa sempre più violento l’attacco a tenaglia da una parte dei falsi prodotti all’estero e dall’altra delle copie similari prodotte in Italia, tarocchi che rappresentano una vera e propria quinta colonna che mina il mercato interno e deprime le quotazioni, con un danno che raggiunge il miliardo di euro all’anno. Una manovra che colpisce una rete di 32mila stalle in Italia che mungono più di 11,5 miliardi di chili di latte all’anno di cui il 40 per cento serve proprio per produrre formaggi a denominazione di origine. All’estero sono falsi quasi due prodotti alimentari di tipo italiano su tre che utilizzano impropriamente parole, colori, località, immagini, denominazioni e ricette che si richiamano all’Italia per prodotti che non hanno nulla a che fare con la realtà nazionale. In testa alla classifica dei prodotti più taroccati ci sono i formaggi a denominazione di origine Dop a partire dal Grana Padano e dal parmigiano Reggiano che diventa Parmesan dagli Stati Uniti all’Australia, Parmesano in Uruguay, Reggianito in Argentina o Parmesao in Brasile o altro anche più fantasioso. Ora le brutte copie di prodotti simbolo del made in Italy sono state esplicitamente autorizzate dall’Unione Europea negli accordi di libero scambio conclusi con il Canada e il Giappone e in dirittura di arrivo come quello con i Paesi del Mercosur dove la produzione locale del falso è tra i più fiorenti del mondo.