30 Settembre 2017

Made in Italy: i piccoli comuni sono l’identità culturale del nostro Paese

Sono i piccoli comuni a ben rappresentare l’identità culturale del territorio italiano, e tassello dopo tassello, a definire il mosaico del Made in Italy, come dimostra il rapporto di 3 su 4 cibi doc che storicamente provengono da essi. Sono proprio questi territori, in cui si coltiva oltre la metà della produzione agroalimentare nazionale che ha reso celebre il Made in Italy e ad essere, nello specifico il riferimento per gli allevamenti destinati alla produzione di formaggi o salumi italiani a denominazione di origine (Dop), mentre nel 60%  si trovano gli uliveti dai quali si ottengono i pregiati extravergini riconosciuti dall’Unione Europea.

Grande apprezzamento per la storica approvazione definitiva della legge per la valorizzazione dei Piccoli Comuni promossa da Ermete Realacci, che riguarda 5.567 centri al di sotto di cinquemila abitanti, pari al 70% del totale dei Comuni presenti sul territorio dove vivono 10 milioni di abitanti. La valorizzazione dei piccoli comuni è importante per il risultato complessivo di un Made in Italy, fatto di collaborazioni e di lavoro che sia da esempio ai giovani e che in parte già è generato dai giovani imprenditori ed agricoltori stessi e da cui emerge l’immagine e la sostanza del nostro Belpaese. Vi è, ad esempio, il Piemonte che è la regione con il maggior numero di piccoli comuni (1067) seguito dalla Lombardia (1055) e dalla Campania (338) con la Valle d’Aosta (99%) e il Molise (92%). La vacanza enogastronomica è mossa dai piccoli comuni a cui corrispondono note specialità, le Doc più piccole d’Italia, come nel caso di: il Puzzone di Moena, il Sedano bianco di Sperlonga, il carciofo di Montelupone, il vino di Gavi, i maccheroncini di Campofilone, il Taleggio, il Vin santo di Vigoleno, il vino Loazzolo.

Sono 300.000 le imprese agricole impegnate a salvaguardare l’ambiente con le sue opportunità di sviluppo sostenibile, con le colture agricole tradizionali, il mantenimento delle tipicità alimentari, la tutela del territorio dal dissesto idrogeologico e dagli incendi. “Ora ci sono le condizioni per recuperare in queste aree i troppi ritardi infrastrutturali e nei servizi offerti con interventi che vanno dalle tecnologie informatiche alle scuole, dagli ospedali alle poste fino alle edicole”, ha affermato il presidente di Coldiretti Roberto Moncalvo nel evidenziare “l’importanza di valorizzare le opportunità offerte dalla nuova agricoltura nel presidio del territorio e nel sociale in aree che devono fare i conti con la cronica carenza dei servizi alla persona”.