12 Marzo 2015

Made in Italy: a rischio 11 mln di ulivi, ora stato calamità

L'epidemia di Xylella fastidiosa sta facendo strage di ulivi secolari in Puglia e, dopo la deliberazione di stato di emergenza del Consiglio dei Ministri, che ha sbloccato l’importante questione della nomina del commissionario straordinario nella persona del Comandante Giuseppe Silletti, è necessario un risoluto quanto convinto impegno di tutto il Parlamento, affinché sia dichiarato lo stato di calamità naturale.
Il rischio di propagazione del contagio non è un problema esclusivo del Salento, dove si contano ben 11 milioni di piante d’ulivo, piuttosto italiano e comunitario, con l’auspicio che il carattere di estrema urgenza possa raccogliere l’impegno comune di tutte le forze politiche.
Maria Letizia Gardoni, delegato nazionale di Coldiretti Giovani Impresa, conferma l'impegno dei giovani a sostegno degli agricoltori pugliesi e di un patrimonio Made in Italy da tutelare. "Se pensiamo al Salento" afferma Maria Letizia Gardoni "pensiamo ad una delle più affascinanti espressioni di un Sud Italia ricco di poesia, di saperi, di generose persone. Oggi questa meraviglia di territorio sta affrontando la più grande perdita di economia e cultura della sua storia: il progressivo essiccamento dei suoi olivi millenari porta con sé la distruzione della memoria di chi negli anni ha costruito la bellezza e la ricchezza di questi paesaggi, e il futuro di tutti quelli che hanno visto in Puglia la possibilità di vivere, formarsi, crescere."

Con la declaratoria di stato di calamità naturale, sarebbero immediatamente innescate urgenti misure di sostegno in favore degli imprenditori olivicoli - quali sgravi della contribuzione previdenziale agricola ai sensi del D. Lgs. 102/2004 e del settore della trasformazione, sospensione o dilazione delle scadenze fiscali agricole (previste per i soggetti agricoli professionali) e postergazione nella scadenza di mutui e investimenti per 5 anni - interventi indispensabili a garantire un futuro a imprese olivicole, cooperative, frantoi e vivai salentini.
Coldiretti chiede che l’Unione Europea, oltre a monitorare quanto sta accadendo in Puglia mettendo in quarantena vivai e olivicoltori, disponga efficaci misure di rafforzamento dei controlli alle frontiere e l’embargo verso le aree da cui proviene il batterio, come ad esempio il Sud America, così come un doveroso periodo di quarantena delle piante provenienti da Paesi extra UE, al fine di bloccare il commercio di materiale vegetale infetto.

Nel panorama nazionale, la Puglia è la prima regione del settore olivicolo, con circa 172 mila tonnellate di olio d’oliva prodotte annualmente. Il comparto genera un fatturato che si aggira mediamente attorno ai 600 milioni di euro e rappresenta uno dei principali comparti produttivi dell’agricoltura pugliese.
La provincia di Lecce è uno dei principali bacini produttivi dell’olivicoltura regionale. In questa provincia è localizzato più di 1/4 del comparto olivicolo regionale: 65mila aziende olivicole e 97mila ettari di superficie coltivata a olivo (ISTAT, 2010). Le piante di olivo presenti nella provincia sono quasi 11 milioni, molte delle quali millenarie, soprattutto delle cultivar Cellina di Nardò, Ogliarola Salentina, Leccino e Pizzuta.
Per coinvolgere la società civile nell’azione di tutela ambientale e del paesaggio e salvare le piante millenarie di ulivi, Coldiretti ha lanciato una petizione popolare attraverso l’hashtag #savemonumentalolives su Twitter.