13 Novembre 2015

Latte, la protesta degli allevatori arriva davanti all’Antitrust

E’ arrivata nella Capitale la guerra del latte con centinaia di allevatori venuti dalle campagne che hanno stretto d’assedio l’Antitrust, per chiedere di intervenire per ristabilire l’equilibrio contrattuale di fronte allo strapotere della multinazionale francese Lactalis, che dopo aver comprato i marchi nazionali Parmalat, Invernizzi, Galbani, Locatelli e Cademartori, è diventata di gran lunga il primo gruppo sul mercato italiano e mondiale nei prodotti lattiero-caseari.

La sede dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato (Antitrust) con sede in Piazza Verdi 6/a, è presidiata dalle 8,30 di questa mattina con cartelli e striscioni gialli con le scritte:

  • Antitrust devi tutelare il lavoro degli allevatori giusto prezzo per allevatori e consumatori
  • Stop alle speculazioni
  • Dalla stalla alla tavola il prezzo del latte aumenta 4 volte
  • Chi attacca il Made in Italy attacca l’Italia
  • Antitrust, un silenzio assordante.

Gli allevatori denunciano che il latte sottopagato al di sotto dei costi di produzione, sta provocando la chiusura delle stalle.
Dopo una settimana di proteste e mobilitazioni dalle industrie ai supermercati di tutta Italia, a spingere gli allevatori della Coldiretti a Roma davanti all’Antitrust è stata la provocatoria proposta dell’aumento di 1 centesimo al litro del prezzo del latte alla stalla, presentata dall’industria al tavolo convocato al Ministero delle Politiche Agricole.

Davanti alla sede dell’Antitrust gli allevatori della Coldiretti hanno rovesciato polvere di latte che è il simbolo del ricatto degli industriali che sottopagano il latte italiano al di sotto dei costi di produzione dopo aver tentato il colpo di mano per chiedere il via libera all’uso della polvere di latte nei formaggi e yogurt Made in Italy.
E’ quanto si informa nel ricordare che siamo di fronte ad un vero ricatto straniero, per la decisione del Governo italiano di confermare il no alla produzione di formaggi senza latte fresco alla scadenza dell’ultimatum da parte della Commissione Europea, fissato il 29 settembre scorso, con l’impegno diretto del presidente del Consiglio Matteo Renzi davanti ai 30mila agricoltori della Coldiretti, riuniti all’Expo.
Una decisione supportata anche dalla petizione popolare Coldiretti, alla quale hanno aderito decine di migliaia di italiani dopo la mobilitazione degli agricoltori dal Brennero a Bruxelles fino all’Expo.

Fallito il tentativo di far saltare la legge n .138 dell’ 11 aprile del 1974 - che ha garantito da oltre 40 anni il primato della produzione lattiero casearia italiana - il latte viene sottopagato a 34 centesimi al litro, nonostante i costi di produzione siano in media compresi tra i 38 ed i 41 centesimi al litro in Lombardia secondo lo studio ufficiale realizzato in riferimento alla legge 91 del luglio, che impone che il prezzo del latte alla stalla debba commisurarsi ai costi medi di produzione. Si voleva imporre all'Italia di produrre formaggi senza latte ottenuti con la polvere, con il rischio di far sparire 487 formaggi tradizionali censiti dalle Regioni italiane, ottenuti secondo metodi mantenuti inalterati nel tempo da generazioni. Oggi, con la chiusura di 1000 stalle in un solo anno, si rischia di arrivare allo stesso drammatico risultato. Con 1 Kg di polvere di latte, che costa sul mercato internazionale 2 euro è possibile produrre 10 litri di latte, 15 mozzarelle o 64 vasetti confezioni di yogurt e tutto con lo stesso identico sapore, perché viene a mancare quella distintività che viene solo dal latte fresco dei diversi territori.