25 Febbraio 2015

Industria: distretti alimentari al top, da Chianti a Gianduiotti

Tra i distretti industriali che fanno segnare le migliori performance, ci sono quelli alimentari che rappresentano il 10,6% del totale. I vini del Chianti, il caffè, le confetterie e il cioccolato torinese, ma anche il prosecco di Conegliano-Valdobbiadene, i vini del Veronese, i dolci di Alba e Cuneo e la food machinery di Parma, si collocano nella top 15 dei distretti in cui si sono registrate le migliori performance, secondo il settimo rapporto Intesa San Paolo.
I 15 distretti alimentari censiti dall’Istat, con 7.326 unità locali e 72.810 addetti, potrebbero avere un forte impulso grazie anche al prossimo appuntamento dell’Expo 2015. Dai distretti alimentari viene un importante contributo all’export, che secondo un’analisi su dati Istat ha fatto registrare nel 2014 il record storico per i prodotti agroalimentari e bevande nazionali, raggiungendo il valore di 34,3 miliardi, con un aumento del 2,4% rispetto all’anno precedente.

Un risultato ottenuto nonostante le difficoltà che si sono registrate a seguito dell’embargo russo che ha sancito, a partire dall’8 agosto 2014, il divieto all’ingresso di una lista di prodotti agroalimentari che comprende frutta, verdura, formaggi, carne, salumi e pesce.
A spingere le esportazioni è stata invece la caduta del tasso di cambio dell’euro nei confronti del dollaro, con effetti soprattutto per il mercato Usa. I 2/3 del fatturato realizzato all’estero si ottiene con l’esportazione di prodotti agroalimentari verso i paesi dell’Unione Europea, ma il Made in Italy va forte anche nelle Americhe e nei mercati emergenti come quelli asiatici. Il prodotto Made in Italy più esportato è il vino, ma rilevanti sono anche le spedizioni all’estero di ortofrutta, quelle di pasta e di olio d’oliva.